Laurent Louis, ex deputato belga di 37 anni, è stato chiamato in causa dal tribunale di Bruxelles per aver messo in dubbio il genocidio di sei milioni di ebrei da parte della Germania nazista. Nel 2015, infatti, il politico avrebbe minimizzato la Shoah sulla propria pagina Facebook, ritenendo impensabile che gli ebrei fossero stati imprigionati nei lager e addirittura uccisi nelle camere a gas.
Il post su Facebook ha inevitabilmente richiamato l’attenzione del popolo in rete, ma soprattutto quella della Corte di Giustizia che lo ha condannato in secondo grado per negazionismo e antisemitismo.
Visitare i lager nazisti per cinque anni: Laurent Louis è “soddisfatto”
Più che condanna sembrerebbe più una punizione esemplare data ad un bambino capriccioso e poco informato. E, in effetti, Laurent Louis nonostante abbia più volte alzato polveroni internazionali per i suoi commenti a dir poco discutibili, l’ha sempre scampata. Durante la sua insolita carriera politica ha più volte messo in dubbio l’Olocausto e criticato l'ebraismo, appoggiando quasi sempre personaggi dal controverso valore etico, come il comico Dieudonné e l’ex presidente del Fronte Nazionale francese Jean-Marie Le Pen.
La condanna, per lui, stavolta non si è fatta attendere. Laurent Louis verrà guidato da ufficiali giudiziari all’interno degli ex campi di concentramento come Dachau, Auschwitz e Majdanek, costretto ad osservare con i propri occhi quelli che sono oggi i “luoghi della memoria”.
Dovrà farlo per ben cinque anni, ma non è tutto. Ogni volta che uscirà da un campo di concentramento sarà tenuto a scrivere un piccolo tema sulle emozioni che quel luogo ha suscitato in lui. Insomma, un bel compito in classe a tutti gli effetti, né più né meno. Il testo dovrà essere poi postato sul suo profilo personale di Facebook, così che tutti possano leggerlo, e inviato ai giudici per una più attenta valutazione.
"Finalmente qualcuno riconosce il mio talento di scrittore. A parte gli scherzi, sarà un'esperienza formativa soprattutto da un punto di vista umano e un'occasione per denunciare i genocidi attuali”, avrebbe detto ai giudici dopo la lettura della condanna.
L’imputato, che dovrà pagare anche 18mila euro di multa per il suo cattivo comportamento, si è detto “soddisfatto”. Non ci rimane che attendere e capire se questa importantissima esperienza gli consentirà di aprire gli occhi sulla più grande tragedia della storia dell'umanità.