Sono giorni difficili per l'Italia e per l'Europa. Tante le preoccupazioni, e ancor di più i dubbi che attanagliano i vertici politici internazionali. A spaventare è sicuramente l'emergenza Coronavirus, la sua diffusione e il collasso del sistema sanitario italiano. Tuttavia, a pesare è anche l'incertezza che aleggia nell'aria, la paura di un futuro incerto e traballante.

Le scuse dell'UE all'Italia

In questa cornice, Ursula Von Der Leyen, Presidente tedesca della Commissione Europea, ha espresso in Parlamento, in occasione della sessione EP Plenary, il suo dispiacere nel riscontrare che "molti Paesi non c'erano nel momento del bisogno".

Durante la primissima fase dell'emergenza, infatti, l'Europa si è dimostrata assente. L'Italia è stato il primo Paese europeo a dover affrontare una minaccia che era e, in parte continua ad essere, sconosciuta. Totalmente impreparati, ci si è trovati a dover cambiare stile di vita facendo spazio ad un intermezzo burrascoso che si è infilato nella quotidianità di tutti sconvolgendola in toto. L'economia, ma soprattutto, la sanità hanno risentito di questa scossa, e il Governo sta ancora provvedendo per garantire alcune misure protettive necessarie alla popolazione.

Ursula Von Der Leyen aveva già evidenziato, lo ricordiamo, in una lettera a La Repubblica, che "nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria.

Non si rendevano conto che possiamo sconfiggere questa pandemia solo insieme, come Unione. È stato un comportamento dannoso che poteva essere evitato".

Una condotta più solidale e compatta

Tuttavia, come la Politica tedesca ricorda, chiedere scusa ha senso soltanto se si cambia atteggiamento, evitando di ripetere gli errori già commessi.

Ciò che l'UE dovrebbe attuare è una politica di coesione, che vada a dare volume a quel sentimento di familiarità che dovrebbe tenere salde le organizzazioni a carattere sovranazionale.

A sua detta, l'Europa si sta gradualmente trasformando in un nuovo focolaio di solidarietà. "La verità è che l'Europa si sta rialzando", ha detto durante il discorso in Parlamento.

"Abbiamo visto forniture mediche provenienti dalla Lituania e dirette verso la Spagna, e respiratori dalla Danimarca all'Italia (...). Questo mi rende orgogliosa di essere europea".

Le parole di Ursula Von Der Leyen sono cariche di positività: incitano alla fratellanza e al sostegno. Parole chiavi, queste, durante un periodo di emergenza che potrebbe invece portare ad essere incattiviti e distanti. La Presidente ha saputo dare rilievo all'unica verità davvero importante: per potersi risollevare individualmente c'è bisogno di un aiuto reciproco. Anche l'attuale Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, ha sottolineato l'importanza di queste parole in un post su Facebook:

Oltre agli aiuti provenienti dai vari Paesi europei e non europei (non dimentichiamo gli aiuti provenienti da Cuba e diretti all'Italia), la Von Der Leyen ha fatto riferimento anche ai fondi europei messi a disposizione per sostenere i sistemi sanitari, le aziende e le industrie europee.

I 37 miliardi di euro nell'ambito della politica di coesione destinati alla lotta contro il Covid-19, e la clausola che arresta il Patto di Stabilità sono sicuramente le due misure più rilevanti.

L'Europa continua però ad essere divisa

Nonostante le misure di coesione e gli aiuti economici pervenuti fino ad oggi, l'Europa continua ad essere divisa. C'è ancora troppo silenzio (e in alcuni casi totale dissenso) ad esempio attorno all'iniziativa Eurobond caldeggiata in primis dal premier italiano, Giuseppe Conte. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, non è però d'accordo [VIDEO] e l'Olanda si unisce al coro.

Oltre al rifiuto, l'Italia ha ricevuto anche offese che non fanno altro che fortificare quegli stereotipi che distanziano i Paesi europei l'uno dall'altro: il quotidiano tedesco Die Welt ha, infatti, sconsigliato alla cancelliera Merkel di accettare la proposta Eurobond, in quanto "in Italia, la mafia sta aspettando soldi dall'UE".

Non è dato sapere come si evolverà la situazione socio-economica dell'UE, ma nonostante le differenze (piccole e grandi) tra Paesi, la speranza è che si riesca a trovare un punto di comune accordo che non vada a intaccare l'autonomia di nessuno. Riportando ancora le parole della Presidente della Commissione Europea 'soltanto insieme saremo più forti'.