Il metodo di investimento "Dogs of the Dow" (traduzione letterale "i segugi del Dow") nasce da un'idea dell'economista statunitense Benjamin Graham ripresa agli inizi degli anni '90 da Michael O'Higgins e John Downes.

Tale teoria, legata allo studio dei titoli azionari quotati sull'indice newyorkese Dow Jones, consiglia ai risparmiatori un metodo di investimento semplice e, a detta loro, decisamente redditizio. Tale metodo consiste nel selezionare i dieci titoli azionari del listino, i c.d. segugi, che registrano il miglior dividend yield, ossia il più alto rendimento in termini di dividendi distribuiti all'azionista.

Tale parametro si ottiene prendendo il prezzo di chiusura dell'ultimo giorno dell'anno dell'azione che si intende monitorare diviso il dividendo che è stato distribuito nell'anno medesimo. Avendo a disposizione ad esempio centomila euro da investire, la somma dovrà essere suddivisa equamente su tutti i dieci titoli.

I seguaci del metodo sono convinti della sua bontà in quanto ritengono che il dividendo sia in grado di offrire indicazioni significative sullo stato di salute di una società: una società che distribuirà frequentemente dividendi elevati ha spesso i conti sani, possibilità preclusa a una società con criticità. Inoltre si ritiene che se un rapporto tra il prezzo di un'azione e il suo dividendo è elevato molto probabilmente il motivo è dato dal fatto che la società è sottovalutata e quindi godrà di una rivalutazione sul mercato azionario più elevata delle concorrenti.

Storicamente questo metodo ha riscontrato successo? L'andamento dei titoli prescelti ha fatto riscontrare risultati migliori dell'indice Dow Jones? Si e no. Analizzando i dati sul medio lungo periodo si può notare come complessivamente non ci siano grandi differenze nell'andamento dei due indici, anche se, scegliendo i segugi, molto probabilmente si avranno maggiori dividendi.

Inoltre suddividere l'investimento su dieci titoli diversi può equilibrare eventuali scompensi dovuti all'andamento azionario particolarmente negativo di uno di questi o la mancata erogazione di dividendo.

Quali sono i titoli "segugio" del mercato azionario italiano per il 2014?

Primo in classifica in questa speciale top ten è il titolo Eni che ha fatto registrare un rendimento del dividendo nel 2013 pari al 6,30%.

In seconda posizione Snam con il 6,10%, mentre sul terzo gradino del podio svetta Terna con un rendimento del 5,50%.

Al quarto posto troviamo STMicroelectronics con rendimento del 5,00%, poi Enel con il 4,90%, Atlantia con il 4,60%, Saipem con il 4,40%, Unipol con il 3,50%, Telecom Italia e A2A con il 3,40%.

Cristallizzando la "sfida" al 24 marzo 2014 si può notare come ad oggi i segugi siano in vantaggio rispetto al listino FTSE MIB. Infatti la media dell'andamento dei dieci titoli selezionati registra un +10,88% contro l'avanzamento dell'indice di borsa che ha registrato l'incremento pari a 8,84%.

Da qua al 31 dicembre è difficile fare previsioni su come andrà a finire. Una cosa è certa: il metodo dei segugi del Dow, nella sua incertezza, non ha riscontrato finora molte più incognite di tutti i vari supercalcoli effettuati dai top manager di fondi legati ai titoli azionari. Un metodo semplice, di veloce applicazione e fondato su, salvo disgrazie epocali, titoli di affidamento e crescita costante (seppur condizionata dai cicli economici) nel tempo.