Per nulla incoraggianti i dati diffusidall' OCSE sulladisoccupazione e la condizione giovanile in generale.

E'stato rilevato che oltre il 52,29% dei ragazzi sotto i 25 anni ha unlavoro precario, mentre nel 2000 rappresentavano il 26,2%. Il dato sulladisoccupazione giovanile, invece, ci dice che oltre il 35% sonodisoccupati e quindi un lavoro proprio non ce l'hanno, per le donnesi arriva al 37,5%.

L'OCSEsottolinea anche come in Italia la disoccupazione cresca piùvelocemente rispetto agli altri Paesi dell'Unione Europea e tra ifattori di blocco, indica la normativa italiana suilicenziamenti ancora troppo rigida rispetto ad altri Paesi,tralasciando però il pesodel costo dell' imposizione fiscale sul lavoro che porta moltiimprenditori italiani a spostarsi altrove, in fondo basta recarsinella vicina Svizzera, che dal canto suo sponsorizza lo stanziamentodi imprese italiane nel proprio territorio, per ottenere beneficinotevoli.

Questo non è l'allarme principale lanciato dall'organizzazione,infatti, nella relazione presentata sul sistema italiano, l'OCSEsottolinea come il nostro sistema pensionistico presentarispetto ai precari notevoli fragilità perché tutti i lavoriintermittenti, occasionali, precari porteranno gli attuali giovani anon maturare una pensione tale da assicurare una vecchiaia dignitosa.Secondo l'organizzazionetale risultato è dovuto al calcolo contributivo basato anche suquanto versato e dall'inesistenza in Italia di un adeguato sistema ditutela pensionistica per le fasce deboli.

Irischi erano però stati sottolineati in passato anche dallastessa Inps che avevalanciato già l'allarme facendo infuriare soprattutto gliappartenenti alla gestione separata Inps.

Sitratta di un fondo a cuisono iscritti i lavoratori occasionali e autonomi che dichiaranoalmeno 5000 euro annui. Ilrischio è che pur versando aliquote dapoco elevate finoa superare il 27% deicompensi, non si abbia accesso ad una pensione che permetta una vitadignitosa. Per questo motivo molte categorie stanno cercando forme complementari e casse di gestione autonome e chiedono però che sia abolitoil contributo alla gestione separata per non ritrovarsi a pagare due forme contributive.

Lanotizia sulla scarsa consistenza dei fondi per le Pensioni dei precari risale al 2010 e allora fu smentita anche se senza troppaconvinzione da Mastrapasqua, orainvece l'allarme rilanciato dall' OCSE fa propendere di nuovo per laveridicità di tali dichiarazioni.