La vicenda dei cosiddetti Quota 96 risulta essere una delle più paradossali per quanto riguarda l'applicazione della riforma Fornero.

Per Quota 96 bisognava intendere il numero decisivo per poter accedere alla pensione. Si tratta di un calcolo semplice: o bisognava avere 61 anni di età e 35 anni di contributi (61+35=96) o 60 anni di età e 36 anni di contributi (60+36=96). Il raggiungimento della Quota 96 permetteva al contribuente lavoratore di andare in pensione entro la data da considerarsi perentoria del 31 dicembre 2011. Ma cos'è successo con la riforma delle Pensioni Fornero?

Riforma pensioni, il caso irrisolto dei Quota 96: il punto della situazione

Con la riforma delle pensioni Fornero sono cambiati completamente i requisiti anagrafici e contributivi per l'accesso al trattamento pensionistico. In poche parole, la riforma ha cancellato la cosiddetta Quota 96 a partire dal 1 gennaio 2012.

Il caso dei Quota 96 all'interno della riforma Fornero presenta anche un altro problema. L'ultima riforma delle pensioni ha commesso di fatto un errore: il limite per tutti i lavoratori è sancito secondo l'anno solare, dunque il 31 dicembre chiude l'anno contributivo, compreso il personale del comparto scuola. Per il personale docente, invece, la riforma delle pensioni Fornero avrebbe dovuto tenere conto del fatto che l'anno scolastico, di fatto, si chiude ad agosto e così sarebbe dovuta essere anche la chiusura dell'anno contributivo.

Riforma pensioni, il caso irrisolto dei Quota 96: il testo unificato Ghizzoni-Marzana

Come tutti coloro che stanno seguendo le vicende dei cosiddetti Quota 96 ben sapranno, il 13 febbraio, praticamente poco prima della caduta del governo Letta, la Commissione Bilancio ha rinviato nuovamente il suo giudizio sul testo unificato Ghizzoni-Marzana.

Il contenuto del testo sembrava una ottima soluzione: in poche parole si permetteva al personale della scuola di andare in pensione con i vecchi requisiti contributivi e anagrafici qualora fossero stati raggiunti entro l'anno scolastico (non solare!) 2011/2012.

La questione, però, risulta essere ancora una volta bloccata.

Il problema che tocca i Quota 96, simile per certi aspetti a quella ben più nota degli esodati, è quella della copertura economica che il provvedimento Ghizzoni-Marzana prevede.

Riforma pensioni, il caso irrisolto dei Quota 96: cosa bisogna attendersi dal governo Renzi?

Sembra ancora presto poter dire quali siano le intenzioni del governo Renzi sul problema dei Quota 96. Un cauto ottimismo sembra però poter essere avanzato. Francesco Boccia, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, ha chiesto al governo di dare il via libera al testo unificato Ghizzoni-Marzana. In effetti, come ha sostenuto lo stesso Boccia, il discorso di Renzi si è incentrato sulla questione della scuola e del ruolo sociale degli insegnanti, ecco che allora risolvere la questione dei Quota 96 potrebbe essere un buon punto di partenza.

Non resta che attendere ancora. Certo, la fragilità politica del sistema paese, nonché quella del governo Renzi, il quale non tanto paradossalmente ha avuto numeri inferiori rispetto al governo Letta, non sembra aiutare. Insomma, la vicenda dei Quota 96 non sembra risolversi ancora.