La discussione, particolarmente accesa, di questi giorni in merito al piano Giannini-Reggi di riforma della Scuola, non si accenna a placare soprattutto in considerazione delle varie reazioni degli insegnanti di ogni ordine e grado, in particolar modo sui social network e sui forum della Rete.

In particolare, ci occuperemo della scuola d'infanzia ed in particolar modo del ruolo dell'insegnante e del suo rapporto con i genitori, che rasenta, spesso, situazioni che hanno a che fare col grottesco.



Miur, piano Giannini-Reggi, scuole aperte fino alle 22: asili come 'baby sitter'?

Il piano Giannini-Reggi ha già posto dinanzi parecchie perplessità per quanto riguarda le ore di lavoro che gli insegnanti dovranno dedicare per lo svolgimento delle attività.

Lasciando perdere, se vogliamo, i dubbi legati alle risorse che il Mef potrà mettere a disposizione nei prossimi anni, ci sarebbe quantomeno da riflettere sul fatto che le insegnanti andranno a ricoprire sempre di più il ruolo di 'baby sitter', visto che si parla di scuole aperte dalle 7 alle 22.



E qui la polemica divampa, soprattutto alla luce del fatto che già parecchi genitori considerano l'asilo come il luogo per 'parcheggiare' i propri figli, preoccupandosi soprattutto degli orari, della qualità del cibo e del 'benessere' del proprio bambino e mettendo, invece, in secondo piano gli aspetti relativi all'apprendimento e all'educazione del figlio. In poche parole, la scuola d'infanzia aperta fino alle 22 diventerebbe sempre di più una scuola 'baby sitter', una scuola 'parcheggio'.



Le insegnanti, pur comprendendo le esigenze dei genitori che lavorano entrambi, saranno disposte ad aumentare se non a raddoppiare il proprio carico di lavoro che finirà soprattutto per essere equiparato a quello delle 'baby sitter'?  

Ecco la principale causa del malumore delle insegnanti della scuola d'infanzia: lavorare di più, probabilmente senza essere neppure pagate, magari con poco apprezzamento da parte dei genitori sul piano strettamente didattico.