La Corte Europea si pronuncerà a favore dei supplenti che hanno presentato ricorso contro la loro posizione di precari con oltre 36 mesi di servizio? La risposta arriverà in autunno, ma secondo l'Anief lo Stato farebbe bene a prepararsi perché alla sentenza non ci si potrà opporre e il ritardo nel seguirla comporterà multe salatissime a carico dei contribuenti. Secondo l'Anief le speranze di vittoria sono molto alte. In favore dei precari della Scuola si è espresso anche l'avvocato generale Maciej Szpunar, che ha definito le motivazioni che hanno portato l'Anief a ricorrere per denunciare l'abuso di precariato dello Stato italiano, valide.

Così mentre il Miur si appresta a riformare la scuola, i precari si apprestano a riprendersi la loro rivincita.  

Maciej Szpunar e la scuola: 'i precari hanno ragione'

Secondo l'avvocato, i docenti e gli Ata che hanno superato i 36 mesi di servizio, in base alla direttiva comunitaria n.70 del 1999 dovrebbero cessare di essere precari. L'abitudine italiana di rinnovare contratti a tempo determinato senza 'definire criteri obiettivi e trasparenti' che permettano di sapere se tale rinnovo è un'esigenza reale, non è conforme alla normativa. Maciej Szpunar afferma che il modello di assegnazione reiterata di supplenze su posti vacanti e disponibili al ruolo 'non può essere giustificata'.

Anche se la decisione finale spetterà alla Corte di Giustizia Europea, il parere dell'avvocato è comunque confortante e da buone speranze.

Ricorso dei precari accettato: cosa significherebbe?

Se il ricorso dei precari annuali della scuola italiana fosse accolto dalla Corte europea, tutti i giudici nazionali del lavoro sarebbero costretti ad esprimersi a favore dell'assunzione a tempo indeterminato dei precari con un minimo di 36 mesi di servizio alle spalle.

La vittoria, dunque, non interesserebbe solo i ricorsisti, ma anche tutti i precari che faranno ricorso in futuro. In altre parole, questa sentenza potrebbe essere il punto di partenza per definire lo stato lavorativo di tutti i precari italiani.

Infatti, ricordiamo che se lo Stato non volesse dar seguito ad una eventuale sentenza, le sanzioni sarebbero molto salate e potrebbero toccare la cifra di 4 miliardi di euro. A questo punto meglio pagare gli stipendi dei nuovi docenti in ruolo, no?