Non accenna a diminuire di intensità il dibattito riferito a Pensioni 2014 e previdenza: come abbiamo avuto di modo di sottolineare nel corso di precedenti contributi la Legge di Stabilità segnerà un decisivo punto di svolta, ma ad imprimere un primo pesante scossone all’intero dibattimento è stato il rapporto diffuso dal CUPLA in collaborazione con il CER - Centro Europa ricerche - e presentato a Roma nella giornata di ieri. I dati contenuti nel report fotografano il progressivo impoverimento dei pensionati italiani, con oltre 7,4 milioni (cioè il 44% del totale) a vivere in condizioni di semi povertà a fronte di assegni erogati dall’INPS al di sotto dei 1.000 euro mensili; i dati del CUPLA mostrano una volta di più come Renzi e il governo dovrebbero attivarsi per modificare il sistema previdenziale anche in un’ottica di riconsiderazione degli assegni pensionistici, un problema che come certificato dal trend oggetto di studio non riguarda solo le pensioni 2014 ma ha radici ben più profonde.
Per quanto concerne l’attuale dibattito, si continua a parlare di nuove forme di pensione anticipata e di misure atte a rendere il sistema più flessibile che troveranno posto all’interno della Legge di Stabilità, ma l’impressione è che ci sia ancora troppa aleatorietà e poca concretezza. La Legge di Stabilità è ormai alle porte, va approvata entro metà ottobre, urge dunque raccogliere le idee e cercare di trovare delle soluzioni efficaci e condivise. Ad aver spesso parlato di nuove forme di pensione anticipata è stato in particolare il ministro Poletti, stando al quale si potrebbe addirittura tentare di lavorare in vista della cancellazione delle penalizzazioni previste a carico di chi accede alla pensione anticipata prima dei 62 anni: come già accennato però serve qualcosa di più dettagliato e concreto, senza si rischia di perdere anche l’opportunità rappresentata dalla Legge di Stabilità di autunno.