La sentenza della Corte Europea di Giustizia in merito alla legittimità dei contratti a termine della Scuola sarà emessa a Lussemburgo entro le prossime settimane, ma ormai appare evidente quale sarà la decisione finale dell'UE. Si tratta di una decisione storica, qualcuno l'ha definita come una 'sconfitta dello Stato' anche se, obiettivamente, non si possono addossare le colpe ad un governo, quello presieduto da Matteo Renzi, in carica da poco più di sei mesi e che si è ritrovato fra le mani la 'patata bollente' che già scottava da diversi anni.
Del resto, le avvisaglie che qualcosa stesse per cambiare sul serio si erano già avute lo scorso 3 settembre in occasione della pubblicazione del dossier 'La Buona Scuola': chi ha letto attentamente la parte riguardante il mega piano da 150.000 assunzioni, avrà notato come il Miur ammetta le responsabilità del datore di lavoro pubblico nei confronti del precariato. Altra 'coincidenza': il Ministero dell'Istruzione, lo scorso 19 luglio, annunciò il piano di assunzione in ruolo per 32.500 docenti e personale Ata per l'anno scolastico 2014/2015, proprio all'indomani del giudizio negativo della Corte Europea. Per la serie, due indizi fanno una prova.


Eppure il precariato mostra ancora molto scetticismo nei confronti di queste promesse del governo: un atteggiamento che non è certo da biasimare per tutte le angherie fin qui subìte ma, a conti fatti, mai come ora sia giusto credere in una concreta attuazione delle promesse, proprio alla luce delle notizie che arrivano dall'Ue. La sentenza è attesa per il mese di ottobre o, al più tardi, entro novembre e potrebbe rappresentare davvero una svolta storica: in caso di riconoscimento di 'colpevolezza', lo Stato italiano dovrà adoperarsi affinchè si ripari al danno subìto dal precariato.
La sentenza riguarderà tutti i precari e non solo coloro che hanno già avviato un procedimento di ricorso: tra l'altro la decisione della Corte Europea non riguarderà solo i docenti e il comparto scuola ma in generale tutti i precari della pubblica amministrazione. E sono in totale circa 200.000.