Durante l'assemblea nazionale della Fiom, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, ribadendo la necessità di evitare la creazione di lavoratori di "serie A" e "serie B", ha dichiarato di essere pronta a proclamare uno Sciopero Generale qualora il decreto di legge delega Jobs act verrà trasformato in decreto di legge, rendendo ancora più aspro il dialogo tra governo e sindacato per ciò che riguarda la riforma sul lavoro ed in particolare il discusso articolo 18, una delle tante motivazioni che faranno scendere in piazza in data 25 ottobre la Fiom, a cui si accompagnerà, per l'appunto, anche la sigla sindacale della Cgil.
Le dichiarazioni di Susanna Camusso all'assemblea Fiom
La Camusso ha, inoltre, affermato che non bisogna tacciare di atteggiamento conservatore coloro i quali pensano che il lavoro sia un diritto che non deve ledere la dignità del lavoratore, in contrapposizione ad un altro gruppo che pensa che il lavoro vada visto in un'ottica servile e di conseguenza con la mancata acquisizione di alcuni diritti ritenuti fondamentali. In tal senso, sempre durante il suo intervento all'assemblea, il segretario generale ha spinto il Governo ad una eventuale patrimoniale sulle grandi ricchezze, in modo tale da redistribuire più equamente le ricchezze e dare così una spinta in avanti all'economia e di conseguenza all'occupazione.
Il problema che attualmente spinge alle polemica i sindacati è legato alla possibilità, dunque, della trasformazione, senza passare per il regolare percorso parlamentare, in decreto legge effettivo dell'attuale delega. Per tale motivo Susanna Camusso ha dichiarato che occorre, soprattutto in questo momento, che le sigle sindacali remino tutte nella stessa direzione, con l'intenzione di non dare ulteriori strumenti al governo che possano essere usati contro i lavoratori, ma piuttosto deve esserci una voce unitaria che rivendichi i diritti della classe lavoratrice.
Sembra dunque evidente, dalle parole usate dal segretario generale, che quella quella del 25 ottobre sarà la prima di tante manifestazioni che si susseguiranno con lo scopo di portare avanti quelle che sono le ragioni dei sindacati, i quali attualmente accusano il Premier Renzi di essere stati estromessi dal dialogo sulla riforma del lavoro, dialogo che attualmente sembra aperto solo nei confronti di Confindustria.
Troppi i punti che vedono il disaccordo tra sindacati e governo: articolo 18, reintegro, demansionamento e contratto a tutele crescenti, alcuni dei quali definiti "trattabili", altri no: si apre la stagione degli scioperi, mentre si cerca di capire in quale direzione si muoverà il governo.