Mentre si attendevano provvedimenti per una riforma Pensioni 2014/2015 che prevedesse la risoluzione delle vertenze dei Quota 96, degli esodati e delle penalizzazioni sulla pensione anticipata, ecco che invece, nella bozza di Legge di stabilità presentata, sarebbero presenti dei provvedimenti che metterebbero in crisi l'istituto della previdenza complementare. La questione riguarderebbe l'aumento della tassazione sui fondi pensione che passerebbe dall'11,5% al 20% e sulle Casse di previdenza che passerebbe dal 20% al 26%. In questo articolo, cercheremo di analizzare cosa cambia nell'ambito pensionistico se queste misure dovessero divenire legge.

Riforma pensioni 2014, Legge di stabilità: aumentano le tassazioni per fondi pensione e Casse di previdenza

Non era certo questa l'idea di riforma pensioni 2014/2015 che si attendeva con la Legge di stabilità 2015, ma la prima questione da affrontare riguarda il fatto che tali provvedimenti di accrescimento di tassazione sui fondi di previdenza complementare e sulle Casse di previdenza dovranno essere nuovamente discussi entro dicembre e che quindi le cose potrebbero cambiare. In realtà, però, l'idea di aumentare al 26% il prelievo sulle casse di previdenza privata era già stata proposta in primavera nell'insieme di provvedimenti in vista della riforma delle rendite finanziarie. In questo senso, si può immaginare che il governo decida di procedere spedito lungo questa strada.

Dunque, nessuna risposta per i Quota 96, nessuna reale proposta per la questione degli esodati dal mondo del lavoro, nessun ritocco al meccanismo pensionistico di penalizzazioni previsto dalla riforma pensioni Fornero. Il governo sembra piuttosto interessato a fare cassa sui fondi pensione privati.

Ma cosa comportano, per quanto riguarda, la possibilità di una previdenza complementare questi aumenti della tassazione?

Se divenisse legge, sarebbe davvero una brutta notizia. La riforma pensioni Fornero, con il passaggio al contributivo, fa sì che i futuri assegni pensionistici siano piuttosto magri e così molti lavoratori avevano cominciato a fare uso del cosiddetto secondo pilastro pensionistico, e cioè l'utilizzazione di fondi pensione privati per accrescere la futura pensione.

Si tratta di un sistema ancora poco diffuso in Italia, ma già diffusissimo all'estero. Una tassazione così alta non farebbe altro che limitare il ricorso a questa opzione e a bloccare la possibilità da un lato di crescita di tali fondi privati, dall'altro, per i lavoratori, di avere una pensione complementare a quella cui si avrà diritto attraverso il metodo contributivo. Mentre, insomma, si attendevano provvedimenti più ampi e strutturali, ecco che arriva la possibilità di un'altra batosta per tutti i lavoratori.