Il Premier Matteo Renzi ha proposto di includere il TFR in busta paga partendo da giovedì 1 gennaio 2015, in modo tale che i cittadini percepiscano in media 70 euro mensili in più, ma vediamo insieme nel dettaglio di che cosa si tratta.
Che cos'è e chi potrà riscuotere il TFR
Solitamente le aziende mettono da parte a vantaggio del lavoratore un ammontare equivalente al 6.91% del mensile lordo annuale, tutti gli anni questa somma accantonata aumenta di valore dell'1.5%, con l'aggiunta del 75% dell'inflazione documentata nell'anno che si allude.
Questo aumento di valore ogni anno viene sottoposto a tasse dell'11%, mentre per motivi come termine del contratto lavorativo oppure per provvedimento pensionistico il denaro della liquidazione del TFR viene tassato in una sola volta.
L'obbiettivo del Premier Matteo Renzi presumibilmente andrà ad interessare unicamente il 50% del TFR, chiaramente sarà il dipendente a valutare se servirsi di questa nuova opportunità. In poche parole si potrà richiedere il TFR non solo al termine del rapporto lavorativo ma anche nel corso dell'attività stessa. I dipendenti che potranno servirsi di questa opportunità e perciò riscuotere la liquidazione del TFR saranno esclusivamente i salariati privati.
TFR: come funziona l'aumento in busta paga
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Se prendiamo un lavoratore che percepisce all'incirca 1.200 euro netti mensili, potrà ottenere un acconto del TFR intorno a 57 euro mensili in busta paga.
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Se consideriamo un impiegato che percepisce all'incirca 1.340 euro netti mensili, potrà usufruire come acconto del TFR intorno a 77 euro mensili in busta paga.