Dal 2015, e fino al 2018, i lavoratori dipendenti potranno richiedere che mensilmente, in busta paga, vengano versati i contributi validi ai fini del Tfr (Trattamento di fine rapporto). La novità inserita nella Legge di Stabilità arriva dopo gli 80 Euro mensili aggiunti al salario mensile, che da soli non sono stati sufficienti a risollevare le famiglie italiane dalla crisi economica in cui versano. La proposta sarà valida per tutti eccetto che per gli impiegati pubblici e per quelli del settore agricolo.

Il Premier Renzi ha presentato la novità come una possibilità per avere in busta paga circa 100 Euro in più, che si aggiungerebbero agli 80 Euro di bonus, che è stato confermato, considerando uno stipendio di partenza di circa 1.300,00 Euro.

Quali saranno i costi per le aziende?

Le aziende saranno comunque tutelate e non subiranno impatti negativi in quanto alla scelta del lavoratore di ricevere mensilmente il tfr seguirà da parte delle Banche un versamento alle imprese che corrisponderà a quello che le aziende pagheranno in più al dipendente, con lo stesso interesse che l'impresa stessa versava al lavoratore.

Benefici per le banche, tassazione per i lavoratori e costi per lo Stato

L'operazione è stata ben accolta dalle banche: esse saranno tutelate da una garanzia statale e quindi i guadagni che derivano da questa attività finanziaria sono privi di rischi. Invece, ciò che non più al sicuro da un punto di vista finanziario sono i fondi di pensione privati, che non si vedranno più confluire, come possibile dal 2007, i soldi che precedentemente i lavoratori versavano nella previdenza complementare.

Esse saranno prive delle liquidità che proveniva dalla scelta del lavoratore di non lasciare in azienda il Tfr.

In termini di spese, tale operazione costerà allo Stato 100 milioni di Euro, potrebbero esseci risvolti negativi. Se è vero che tale novità permetterà di avere maggiore liquidità mensile, il governo sembra indirizzato ad una tassazione del Tfr uguagliata all'aliquota marginale Irpef senza agevolazioni.

Ormai comunque è ufficiale che la norma prenderà il suo via l'anno prossimo, anche se ancora sul mese non vi sono idee chiare, in quanto se da un lato Padoan aveva parlato di gennaio, nella bozza il periodo preso in considerazione va da marzo 2015 a giugno 2018: tutti i dipendenti che sono tali da almeno 6 mesi potranno fare richiesta del Tfr anticipato. Resta, infine, da ricordare che la scelta rimane comunque libera da parte del lavoratore, il quale può continuare il suo percorso senza alcuna scelta anticipata.