Continua il dibattito in merito al nuovo Regime dei Minimi 2015 riferito ai possessori di Partite Iva: come ormai risaputo, la Legge di Stabilità prevede delle importanti modifiche sia per quanto concerne fiscalità e tassazione sia per quanto riguarda i criteri di accesso e fruizione dello stesso Regime dei Minimi 2015, che per i possessori di Partite IVA potrebbe radicalmente cambiare a partire dal primo gennaio del nuovo anno.

Tra gli oltre 3600 emendamenti presentati alla Legge di Stabilità c’è uno a firma Enrico Zanetti (Sottosegretario all’Economia) che richiede delle modifiche al testo originale proprio per quanto riguarda le nuove statuizioni in termini di Partite IVA e Regime dei Minimi 2015, emendamento che come tutti gli altri sarà sottoposto al vaglio delle due Camere con decorrenza a partire da quest’oggi. In attesa che le procedure di valutazione del provvedimento Zanetti vengano avviate ci sembra opportuno fare il punto della situazione riguardo le previsioni inserite in Legge di Stabilità e quelle facenti invece capo allo stesso emendamento: l’esigenza di mettere ordine nel mare magnum di novità è sorta nel corso di questa settimana quando molti di voi ci hanno scritto chiedendo dei chiarimenti.

Speriamo di poter essere sufficientemente esaurienti.

Partite Iva, Regime dei Minimi 2015: fiscalità, tassazione e soglie ricavi, cosa prevede la Legge di Stabilità e cosa potrebbe cambiare grazie all’emendamento Zanetti

Come accennato in apertura, il Regime dei Minimi 2015 configurato in Legge di Stabilità per i possessori di Partite Iva prevede parecchie novità rispetto alla ‘vecchia configurazione’: quest’ultima limitava in particolare l’accesso a tutti coloro i quali maturassero sino ad un massimo di 30mila euro, status rientrando nel quale la Legge prevedeva il pagamento di un’imposta sostitutiva pari al 5%. Il Regime dei Minimi 2015 per i possessori di partite IVA previsto in Legge di Stabilità prevede invece che gli intermediari del commercio e i professionisti non possano totalizzare ricavi per più di 15mila euro, mentre chi svolge attività di servizi di alloggio e di ristorazione - e in generale chi risulta commerciante o artigiano - dovrà mantenersi entro i 40mila euro. Il reddito verrà calcolato applicando a questi ricavi un coefficiente di redditività che varia dal 40 all’86% (dipende dall’attività svolta), sul totale ricavato verrà così ad essere applicata l’imposta sostitutiva cui si faceva pocanzi cenno con la differenza che l’aliquota passerà dal 5 al 15%. E’ bene comunque ricordare che il nuovo Regime dei Minimi 2015 per i possessori di Partite Iva non si applicherà ai contribuenti che fruiscono del regime di vantaggio per imprenditoria giovanile e mobilità (articolo 27, commi 1-2 del dl 98/2011) che potranno dunque continuare a godere della suddetta impostazione fino allo scadere del quinto anno o sino al compimento del 35esimo anno di età. L’emendamento presentato da Zanetti modifica invece il quadro d’insieme prevedendo sostanzialmente due differenze: in primis un regime fiscale che dal 15 passi  all’8%, in secondo luogo un range di ricavi (configurati lo ricordiamo, come soglia d’accesso allo stesso Regime dei Minimi 2015 per i possessori di Partite Iva) che passi da 15-40mila euro a 26-30mila euro. In aggiunta il disegno di Zanetti prevede il decadimento del limite di cinque anni nonché il venir meno di quello di età, per cui in caso di accoglimento, il contribuente potrebbe godere del nuovo Regime dei Minimi 2015 sino a quando rientrerà nelle soglie reddituali pocanzi evidenziate. Per il resto, l’impostazione prevista in Legge di Stabilità rimane inalterata con la conseguenza che:



  • L’imponibile si calcola applicando specifici coefficienti per ogni categoria di partita IVA
  • Si permane nel regime fino a quando si godono i requisti senza limiti temporali
  • Saranno detraibili esclusivamente i contributi previdenziali
  • Non si potranno più portare in deduzione le spese.