I primi due decreti attuativi del Jobs Act varati il 24 dicembre scorso dal consiglio dei ministri natalizio "non sono applicabili al pubblico impiego perché tutta la discussione sulla legge delega è stata fatta sul lavoro privato". Lo ha dichiarato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti in un'intervista concessa ad Affaritaliani.it mentre le opposizioni continuano a criticare il Jobs act e anche dalla maggioranza del Governo Renzi e dal Partito democratico arrivano le prime richieste di modifiche.
Riforma lavoro Governo Renzi, il ministro Poletti: Jobs act non vale per il pubblico impiego
"Se si vuol discutere del lavoro pubblico - ha precisato l'esponente del Governo Renzi - in Parlamento c'è una legge delega sulla Pubblica amministrazione", ha detto riferendosi alla riforma Pa e Pensioni del ministro della Pubblica amministrazione e Semplificazione Marianna Madia.
"Eventualmente - ha proseguito il ministro Giuliano Poletti (Pd) - lì si può discutere. Ma in questo momento - ha spiegato - direi che le cose stanno in questi termini". Sulla riforma pensioni 2015 il ministro ha già annunciato nei giorni scorsi che la pensione anticipata è nell'agenda del Governo Renzi ma non ha illustrato proposte specifiche, se non ipotesi sul prestito pensionistico, e non si è sbilanciato sul ddl della minoranza del Pd, primo firmatario Cesare Damiano, per il prepensionamento a 62 anni anche per i lavoratori privati e non solo per i lavoratori pubblici.
Riforma lavoro e pensioni, Salvini: Jobs Act atto finale impero Renzi, poi elezioni nel 2015
Le opposizioni all'attacco della riforma del lavoro Renzi-Poletti.
Il Jobs act rappresenta "la fine dell'impero Renzi", lo ha dichiarato oggi il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, arrivando alla festa invernale leghista ad Albino, in provincia di Bergamo. "Matteo Renzi - ha proseguito il leader ed europarlamentare leghista - si diverta a twittare ancora per qualche mese e poi ci liberiamo di lui".
Secondo Matteo Salvini - indicato dal presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi come potenziale nuovo leader della coalizione di centrodestra - le elezioni nel 2015 sono "inevitabili". Sui primi due decreti attuativi del Jobs Act il segretario della Lega ha detto che non serviranno a nulla e che daranno conferma del fallimento del Governo Renzi sulle politiche del lavoro e delle pensioni.
A proposito di riforma pensioni la Lega Nord attende con trepidazione il sì della Consulta al referendum abrogativo per la cancellazione della riforma pensioni Fornero.
Riforma pensioni 2015: atteso il referendum per la rottamazione della legge Fornero
Il referendum propone la rottamazione della legge Fornero e una nuova riforma delle pensioni che preveda l'introduzione di nuove forme di flessibilità in uscita dal lavoro per la pensione anticipata a partire da 62 anni in modo così da creare nuove condizioni di lavoro per i giovani. Così come auspicato anche dall'Inps che dovrebbe confermare questa linea anche dopo la nomina del nuovo presidente Tito Boeri. "E' difficile articolare un giudizio sul nulla, sul vuoto - ha risposto ai giornalisti parlando del Jobs act Matteo Salvini".
Il Jobs act per il leader leghista "è il teatrino Renzi-Camusso, attori della stessa tragedia". Il Jobs act, sempre secondo Salvini, rappresenta "la fine dell'impero Renzi, perché tutti i dati economici lo bocciano. E' inevitabile - ha ribadito il potenziale leader della nuova coalizione di centrodestra - che nel 2015 si confrontino due progetti alternativi di Italia".