Tra qualche giorno sarà approvato dal governo Renzi il decreto Milleproroghe che, tra le altre cose, potrebbe contenere nuovi provvedimenti sulle Pensioni, in particolare quello relativo alla possibilità per le donne di andare in pensione con il sistema contributivo attenendosi a quanto stabilito fino al 2014. Già nello scorso dicembre, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) aveva prorogato questa possibilità fino al 31 dicembre 2015, in attesa del parere ufficiale del governo che non è ancora arrivato. Vediamo, nel dettaglio, di cosa si tratta.
Con questo provvedimento si vuole dare alle donne lavoratrici, sia private che dipendenti, la possibilità di lasciare il lavoro, con il sistema contributivo, a 57 anni e 3 mesi se dipendenti, 58 anni e 3 mesi se autonome con un'età contributiva, per entrambi i casi, di 35 anni. Riguardo la questione, la deputata si Sinistra Ecologia e Libertà, Marisa Nicchi, ha scritto ed inviato una lettera al nuovo presidente dell'INPS, Tito Boeri, chiedendogli di prendere in mano la situazione dato che, il prossimo 3 febbraio, scadrà il termine per dare una risposta al quesito collettivo sull'argomento, da parte delle lavoratrici.
Questa ipotesi potrebbe essere molto vantaggiosa per lo stesso Istituto, dato che riuscirebbe ad accumulare risparmi, nel lungo periodo, da utilizzare sempre nella previdenza.
In questa maniera si arriverebbe a sostenere le idee del presidente Boeri, che puntano ad una maggiore sostenibilità economica e ad una distribuzione equa delle risorse. La domanda nasce spontanea: perché non approvare un provvedimento che porta comunque dei vantaggi per le casse dello Stato? Negli ultimi giorni si sta discutendo di rivedere il sistema previdenziale attraverso dei sistemi di uscita flessibile.
Tra questi c'è anche quello di estendere il meccanismo sopra citato anche agli uomini al fine di permettere il prepensionamento con regole definite avendo, però, un assegno pensionistico ridotto che sarebbe in grado di incrementare i risparmi dell'Inps.