Sembra finalmente muoversi qualcosa in favore dei lavoratori con partita IVA iscritti alla gestione separata Inps, che si sono visti portare l'aliquota contributiva ad un livello superiore al 30% nel corso del 2015, mentre per il futuro tale soglia potrebbe addirittura toccare il limite del 33%. Un meccanismo che potrebbe costringere molti alla chiusura della propria attività, visto che in contemporanea si sta verificando anche un irrigidimento degli altri oneri fiscali, derivanti dal nuovo regime forfettario introdotto con la legge di stabilità 2015.

Sul tema è intervenuto recentemente il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, proponendo un emendamento al decreto milleproroghe con l'obiettivo di riportare la percentuale di contribuzione al 27% nella gestione Inps. Purtroppo il problema non è di semplice soluzione, perché le risorse necessarie al fine di sanare questa situazione dovrebbero essere recuperate a scapito di agevolazioni fornite nei confronti di altri lavoratori. Bisognerà quindi aspettare di vedere come si evolverà la situazione nelle prossime ore per comprendere se si arriverà ad una soluzione positiva per questi lavoratori.

Pensione anticipata con opzione donna e quiescenza dei Quota 96: resta lo stallo nelle richieste di pensionamento

Se nella situazione precedente vi possono essere buone probabilità di una soluzione nel breve termine, resta invece più complicata la questione delle lavoratrici con opzione donna e dei quota 96 della scuola.

Per le prime si deve registrare il parere negativo dei tecnici. L'Inps continua ad accettare e protocollare le domande, ma sembra sempre più difficile che l'esecutivo possa dare il via libera al pensionamento, perché mancherebbero le coperture utili a rendere definitiva la misura. Stessa motivazione anche alla base del mancato pensionamento subito dai lavoratori ATA e dagli insegnanti quota 96 nella scuola: i pensionandi appartenenti a questa platea che hanno finora ottenuto la quiescenza sono infatti passati per la legge 104 o per il raggiungimento dei nuovi requisiti di legge, mentre gli altri dipendenti pubblici dovranno accettare il demansionamento secondo quanto previsto dalla riforma dell'istruzione, conosciuta come #labuonascuola.

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