Continua il legame tanto simbiotico quanto perverso tra il caso pensioni Quota 96 Scuola e la Legge Fornero; prima le stime diffuse dalla CGIL e stando alle quali i pensionamenti degli individui impiegati nell'universo Scuola saranno quasi dimezzati dal 2016 in avanti a causa della stessa Legge Fornero, poi il deposito delle motivazioni che hanno condotto la Corte Costituzionale a bocciare il referendum abrogativo pro abolizione della riforma dell'ex ministra del lavoro. Come ampiamente anticipato nei giorni precedenti la sentenza (giunta, lo ricordiamo, il 20 gennaio scorso), il referendum pro abolizione della Legge Fornero è stato ritenuto inammissibile per via del suo stretto legame con la legge di bilancio varata dal governo Monti quello stesso anno, ecco che dare il via libera al quesito referendario avrebbe significato violare i principi contenuti nella Costituzione Italiana.

Singolare un passaggio nel quale i giudici sottolineano che l'eventuale elettore non avrebbe avuto una cristallina 'libertà di scelta' data l'esigenza di esprimere il proprio giudizio su un 'aggregato indivisibile di norme'. Niente possibilità di giudizio dunque nei riguardi di una riforma, la Legge Fornero, che negli anni ha innescato questioni sociali gravissime quali il caso Pensioni Quota 96 Scuola e la vertenza dei lavoratori esodati e costretto i vari governi a ratificare provvedimenti di salvaguardia per oltre 13 miliardi di euro.

Pensioni Quota 96 Scuola, Legge Fornero e voto Consulta: per i giudici era a rischio la libertà di scelta degli italiani

Il quesito referendario promosso dalla Lega Nord che tanto interessava il caso pensioni Quota 96 Scuola si basava in particolare sulla contestazione dell'art. 24 della Legge Fornero, una norma che stando al giudizio della Consulta 'si compone di una variegata serie di disposizioni in materia di trattamenti pensionistici relativi ai settori del lavoro sia pubblico che privato catalogabili sotto la dicitura legge di bilancio'. E qua ci sarebbe già da discutere: unire in una simbiosi così profonda riforma della previdenza e leggi di bilancio appare atto disomogeneo ed affrettato, valutazione del resto in linea con quella fornita dalla stessa Fornero nel tentativo di 'giustificare' la 'svista' che ha condotto alla nascita del caso pensioni Quota 96 Scuola: 'Bisognava intervenire con urgenza e non mi è stato consegnato il materiale sufficiente per poter fare una valutazione più ampia e articolata'. Se allora esisteva un'urgenza che imponeva interventi immediati l'ideale sarebbe stato allestire un provvedimento atto a sfumare alcune disposizioni della stessa Legge Fornero da ratificarsi poco più in là, ad emergenza 'rientrata' per così dire, e invece ogni governo dal 2011 ad oggi non ha fatto che prendere tempo ratificando salvaguardie su salvaguardie.



Con il risultato che oggi c'è la stessa urgenza di intervento di allora; a variare è la natura della correzione da dover introdurre, all'epoca economica, oggi sociale. Sebbene il governo Renzi stia avviando in questi giorni l'iter che culminerà con l'approvazione di una serie di disposizioni in deroga alla Legge Fornero l'ideale sarebbe stato che fosse il popolo a scegliere, ma sempre i giudici della Consulta hanno argomentato che in caso di quesito referendario l'elettore sarebbe stato chiamato ad esprimersi su 'un aggregato indivisibile di norme rispetto al quale il voto sarebbe risultato bloccato su una pluralità di atti e disposizioni diverse con conseguente compressione della propria libertà di convincimento e di scelta'. Focalizzandosi sul solo caso pensioni Quota 96 Scuola, ad oggi l'unica possibile novità pare risiedere nel collocamento dei docenti in organico funzionale. Una soluzione che non piace a nessuno meno che al ministro Giannini. Seguiremo comunque i futuri sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.