Cresce l'attesa per la decisione della Corte Costituzionale sull'ammissibilità o no del quesito referendario per l'abrogazione della tanto criticata riforma Pensioni Fornero del 2011 proposto dalla Lega Nord di Matteo Salvini. La decisione dei giudici della Consulta, che in un primo momento prevista per mercoledì 14 gennaio scorso, è stata rinviata a martedì prossimo 20 gennaio 2015 su istanza del comitato referendario leghista al quale non sono stati notificati diversi atti del procedimento perché "bloccati" in una delle sedi milanesi delle Poste Italiane.

E mentre prosegue il dibattito sulla riforma delle pensioni ecco quali sono alcune delle ragioni dei sì e i motivi del no al referendum per l'abolizione della legge previdenziale del Governo Monti. Sì alla cancellazione, o comunque a sostanziali modifiche, alla riforma pensioni Fornero dice il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano.

Referendum per l'abolizione della riforma pensioni Fornero: ecco le ragioni del sì

"La riforma pensioni del 2011 - ha detto il deputato della minoranza del Partito democratico - ha avuto effetti controproducenti sul piano sociale e ha rinviato la pensione di vecchiaia - ha aggiunto - oltre i 67 provocando un blocco delle assunzioni". "La prima proposta - ha proseguito il deputato impegnato sulle proposte per la riforma pensioni 2015 - è quella di Quota 100 e la seconda - ha sottolineato l'ex ministro del Lavoro - è la possibilità di andare in pensione a 62 anni".

La riforma delle pensioni Fornero ha permesso ad alcuni lavoratori privilegiati di poter cumulare trattamenti pensionistici calcolati con il cumulo del sistema di calcolo sia retributivo che contributivo. Secondo l'economista bocconiano Tito Boeri che si insedierà presto come neo presidente dell'Inps, "si potrebbe iniziare - ha scritto Boeri su lavoce.info a proposito di tagli alle pensioni d'oro - riducendo in piccola parte i benefici previdenziali a chi detiene una pensione di anzianità e ha beneficiato di tassi di rendimento elevati sui contributi versati.

Buone ragioni per la cancellazione della riforma Fornero sono senza dubbio quelle legate ai disagi dei lavoratori esodati e Quota 96 scuola. "Fortunatamente la Fornero se n'è andata, purtroppo - ha dichiarato il presidente del gruppo parlamentare della Lega Nord alla Camera Massimiliano Fedriga - ma è arrivato Renzi, che continua a difendere e a proteggere quella sciagurata riforma che ha colpito in modo crudele milioni di persone creando centinaia di migliaia di esodati".

Ecco le ragioni del no al referendum contro la legge Fornero

Tra i motivi per dire no al referendum, secondo l'economista esperta di sistemi pensionistici ed ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, autrice della riforma previdenziale del 2011, c'è il fatto che con la sua legge "fino al 2020 si prevede di risparmiare 80 miliardi", quindi "se la legge viene abrogata - ha detto la Fornero - bisogna dire con che cosa si sostituisce". "Il debito pubblico italiano secondo la Commissione Europea - ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, è uno tra i più sostenibili e questo prevalentemente grazie alle riforme pensioni del passato". "La Corte Costituzionale non ammette il referendum - secondo l'economista Giuliano Cazzola - per le leggi tributarie e di bilancio" ricordando che la legge Fornero venne inserita nel contesto della manovra finanziaria ed economica del 2012 predisposta dal governo guidato dall'economista Mario Monti.