Quale sarà l'ammontare della pensione per i dipendenti della scuola che cesseranno il servizio nel 2015? È il dubbio che si insinua tra i professori, i dirigenti scolastici e gli Ata (il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario) che andranno in pensione a partire dal 1° settembre 2015 per aver raggiunto i limiti di età, oppure per aver rassegnato le dimissioni volontarie oppure, ancora, per aver conseguito la massima anzianità contributiva o per le altre ragioni. L'incertezza deriva dai paletti posti dalla Legge di Stabilità 2015 relativa agli aumenti stipendiali e alle penalizzazioni ancora da definire per i dipendenti che sforano la contribuzione.

In base al comma 113 della legge numero 190 del 23 dicembre scorso, a partire dal 1° gennaio 2015 le pensioni dei contribuenti che hanno maturato l'anzianità contributiva pur non avendo ancora compiuto i 62 anni di età, non troveranno applicazione le penalizzazioni descritte dall'articolo 24, co. 10, del decreto legge numero 201 del 2011 (Legge Fornero), ovvero dell'1% per ogni anno in anticipo rispetto ai 62 anni e fino ai 60 anni e del 2% per ciascun anno al di sotto dei 60 anni.

Qualche dubbio maggiore riguarda, invece, il comma 707 relativo all'importo complessivo della pensione che non può essere maggiore di quanto sarebbe stato percepito se fosse stata applicata la normativa previgente l'entrata in vigore del decreto legge numero 201 del 2011 e dalle successive modifiche apportate con la legge di conversione.

Per la determinazione del trattamento pensionistico andrà conteggiata l'anzianità contributiva con l'integrazione di quanto maturato dalla data del raggiungimento del diritto alla prestazione e la data a partire dalla quale viene calcolato il primo periodo valido per il pagamento della prestazione stessa. Tuttavia, l'articolazione del testo non permette di quantificare esattamente una percentuale di riduzione e nemmeno i soggetti ai quali si applica il comma 707: si dovrà attendere, dunque, i decreti attuativi per avere maggiore chiarezza.

Tuttavia con tale disposizione sembra si voglia anche bloccare il tentativo di aumentare i contributi previdenziali negli ultimi anni di servizio tramite aumenti dello stipendio non giustificati, anche in maniera furbesca.