Arrivano anche altre novità in materia di riforma pensioni tra i provvedimenti varati oggi, venerdì 20 febbraio, dal consiglio dei ministri presieduto da Matteo Renzi che, su proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, ha dato il via libera definitivo al primo decreto attuativo del Jobs act sul contratto a tutele crescenti e ha tracciato la road map per gli altri tre decreti legislativi della legge delega sul lavoro che hanno avuto il via libera in "sede preliminare", in attesa che vengano introdotte le attese modifiche alla legge Fornero verso nuovi criteri di pensione anticipata.

Il premier ha parlato di una "giornata storica", mentre sembrano affievolirsi i dissidi interni alla maggioranza dopo le liti tra il Pd e il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. "Un passo in avanti - ha dichiarato il parlamentare Ncd Fabrizio Cicchitto - per quello che riguarda il Jobs Act, con una rilevante modifica dello statuto dei lavoratori. Il testo - ha aggiunto - non è il massimo, ma va nella direzione giusta; lo confermano anche le reazioni negative". I sindacati, infatti, restano sul piede di guerra, Cgil, Cisl, Uil all'unisono: "Il governo sbaglia".

Jobs act, ok dal Cdm al contratto a tutele crescenti

Il nuovo contratto a tutele crescenti - che di fatto abolisce l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e si applicherà dal 2016 ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato - stabilisce  nuove regole sui licenziamenti individuali e collettivi.

Per i licenziamenti discriminatori rimane la reintegrazione al lavoro, per i licenziamenti disciplinari la reintegrazione è solo in caso di "insussistenza del fatto contestato". Negli altri casi di "licenziamenti ingiustificati" senza giustificato motivo o giusta causa - spiega una nota di Palazzo Chigi - vengono introdotte delle "tutele risarcitorie".

La regola applicabile ai nuovi licenziamenti - che vale sia per i licenziamenti collettivi che per quelli individuali - è il risarcimento in misura pari a due mensilità per ogni anno d'anzianità di servizio, da un minimo di 4 a un massimo di 24 mesi.

Fondi pensione, novità su portabilità contributi

Mentre in materia di fondi pensione, dopo l'aumento delle tassazioni sui rendimenti delle casse previdenziali (ma con sgravi per chi investe) previsto nella Legge di Stabilità 2015, altre novità sono in arrivo dal consiglio dei ministri di oggi.

In merito ai fondi pensione, infatti, dal disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza presentato oggi dal ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi è prevista anche - spiega il comunicato inviato da Palazzo Chigi a margine della riunione del Cdm - la piena facoltà di portabilità per i lavoratori dei propri contributi pensionistici: viene praticamente eliminata la possibilità per i contratti di lavoro nazionali di inserire condizioni e vincoli anche in merito alla quota di del datore di lavoro. Il ddl Guidi rimuove anche il vincolo, per fondi pensione e casse di previdenza, di trovare sottoscrittori solo all'interno della categoria professionale di riferimento. Soddisfatto il ministro dello Sviluppo economico.

"Abbiamo inserito - ha sottolineato la Guidi a margine del consiglio dei ministri - una norma sulle Pensioni per favorire la portabilità dei fondi pensione. Per le comunicazioni - ha aggiunto - abbiamo eliminato le asimmetrie tra l'accensione del contratto e la possibilità di recesso inserendo - ha spiegato - una maggiore congruità in caso di recesso".