Mancano soltanto tre giorni al Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo 27 febbraio, all'interno del quale il Ministero dell'Istruzione dovrà pronunciarsi sulla 'Buona Scuola' di Matteo Renzi e procedere all'emissione del relativo decreto, ma sono ancora tanti i dubbi che aleggiano su tale provvedimento, primo fra tutti il numero delle immissioni in ruolo e i criteri procedurali che verranno adoperati per tali assunzioni. C'è molta preoccupazione tra i precari, proprio a motivo di quanto verrà deciso dal Miur, anche perchè, lo sappiamo, ci sono precari e precari e 'non si può fare di tutta l'erba un fascio'.

Ci sono le graduatorie a esaurimento e quelle d’istituto. Ci sono gli abilitati ma non in graduatoria, ma anche gli specializzati con esperienza ma non abilitati. Ci sono poi i vincitori dei vecchi concorsi ed entrati, quindi, di diritto in graduatoria, per non parlare di quei supplenti in classe da più di 3 anni. Possiamo dimenticare quei supplenti che sono riusciti a fare solo qualche giorno con meno di 36 mesi di anzianità? Dulcis in fundo ma non meno importanti ci sono i precari che provengono dai percorsi speciali di abilitazione come i Tfa (Tirocini formativi attivi) e i Pas (Percorsi abilitanti speciali). Chi verrà assunto a settembre 2015? Proviamo a fare chiarezza, per quanto sia possibile.

Riforma della scuola Renzi: eliminare le Gae, ma si rischia di essere incoerenti

Innanzitutto, ancora non è chiaro il numero esatto delle immissioni in ruolo: 150mila, 149,148 oppure 120-125mila? Partiamo da ciò che sembra certo: le graduatorie ad esaurimento, quelle spariranno, è la promessa del governo. Si partirà da qui per le assunzioni, anche se c'è un'incognita legata al fatto che circa ventimila di questi docenti, da anni, non sono entrati in classe. Il Miur è stato chiaro: per chi non ha insegnato, niente cattedra. E già da qui nascono i primi problemi. Seconda fonte da cui attingere, in ordine di preferenza: i precari di seconda fascia. Stiamo parlando di circa 80mila docenti che, pur non avendo vinto un concorso, hanno conseguito un'abilitazione e più di 36 mesi di attività (sono quelli a cui si riferisce soprattutto la sentenza della Corte Europea). Non dimentichiamoci poi di quei 6mila docenti, vincitori dell'ultimo 'concorsone' del 2012 che sono rimasti fuori lo scorso anno. Infine, ci sono anche i precari di terza fascia, senza abilitazione ma che, comunque, hanno ottenuto supplenze brevi. 

Immissioni in ruolo 2015: serve flessibilità, meno matematica e più raziocinio

Ciò che appare certo ed inevitabile è che il Miur lascerà scontenti molti docenti, proprio per il criterio di selezione che si vuole usare e cioè quello secondo cui 'chi non ha mai insegnato, dovrà aspettare'. Giusto o sbagliato? I sindacati, ed in particolare la Cgil per bocca di Mimmo Pantaleo, hanno qualcosa da obiettare in merito: se da una parte è giusto penalizzare chi ha un altro lavoro (e allora niente cattedra), dall'altra non si può escludere chi non è mai riuscito a lavorare (ci riferiamo in modo particolare ai docenti residenti al Sud) perchè gli organici sono stati ridotti e le immissioni in ruolo sono state fatte con il contagocce. I professori di matematica non si offendano: qui, oltre alla matematica, anche la logica ha la sua importanza. Ci rivolgiamo ai nostri lettori: qual è il vostro parere al riguardo? E' giusto il punto di vista del Miur oppure i criteri relativi alle assunzioni vanno rivisti? Potete lasciare i vostri graditissimi commenti, saranno piacevolmente letti ed ascoltati.