Sulla questione della previdenza sono giunte nella giornata di ieri le dichiarazioni dell'Ex Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, che è tornato a proporre la propria idea di offrire un ponte per la quiescenza contro i nuovi criteri Inps decisi a seguito della legge Fornero, tramite la possibilità di un prestito pensionistico. Il problema resta ovviamente quello delle coperture, perché lo Stato italiano possiede un debito pubblico elevato e sta affrontando una crisi sistemica di entità enorme. Quello della quadra dei conti pubblici per riusce a flessibilizzare l'accesso alla pensione pubblica è a tutti gli effetti un rebus difficile da risolvere, visto che al diminuire delle penalizzazioni per i lavoratori cresce anche la necessità di reperire nuovi miliardi di euro da mettere a copertura per le eventuali misure di salvaguardia e viceversa.

Pensione anticipate e rigidità dei requisiti attuali: prestito pensionistico può essere soluzione di mediazione

Al fine di mediare tra le due esigenze appena esposte, l'Ex Ministro del lavoro sottolinea come quella del prestito pensionistico potrebbe essere una soluzione mirata, attuabile nel più breve tempo possibile, perché i lavoratori vicini al pensionamento "possono cessare di lavorare, ricevendo non una pensione anticipata, ma un anticipo di 700 o 800 € al mese, per un periodo di due o tre anni e sulla futura pensione a cui avranno diritto". Questo meccanismo prevede infatti che i contributi anticipati vengano rimborsati solo una volta che il lavoratore avrà ottenuto l'erogazione della pensione Inps, attraverso delle piccole rate di rimborso addebitate sulla mensilità.

In questo modo si potrebbe pensare anche di flessibilizzare il sistema del lavoro, perché "un lavoratore di 64 anni non può certo salire su di un ponteggio".

Restano in corsa le altre misure di pensionamento anticipato, dal contributivo alla quota 100

Stante la proposta appena descritta, è implicito per lo stesso Giovannini che il meccanismo del prestito Inps e delle mini pensioni resta finalizzato solo ad una piccola parte della platea dei disagiati, ovvero a circa 20000 - 30000 persone massimo per ogni anno. Anche questo fattore sta sicuramente incidendo sul dibattito, perché il Presidente dell'Inps Boeri sembra preferire un meccanismo maggiormente inclusivo, basato sul ricalcolo contributivo almeno parziale delle nuove mensilità così come delle pensioni più elevate già erogate.

Ma tra le varie soluzioni fin qui proposte, quella che attualmente sembra preferita tanto dai lavoratori quanto dai sindacati resta il meccanismo della quiescenza anticipata con il sistema delle quote. La convergenza su questa proposto delle parti sociali, attraverso una piattaforma unitaria, si è evidenziata nelle note che sono state inviate recentemente all'esecutivo. D'altra parte, se è vero che la quota 100 potrebbe garantire la massima flessibilità di pensionamento anticipato (unendo età anagrafica e contributi), è altrettanto scontato che questa opzione resta la più onerosa, perciò anche quella più difficile da attuare.

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