Partirà con ritardo la manovra che riguarda il versamento del Tfr, il trattamento di fine rapporto, in busta paga. A dare il via all'intera operazione del Tfr è stato il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri numero 29 del 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 65 del 19 marzo 2015, in vigore dal prossimo 3 aprile.

Secondo quanto disposto dal decreto e seguendo le indicazioni delle indicazioni della Cgia di Mestre, le aziende potranno erogare la quota di Tfr in busta paga in due modalità: nel mese successivo a quello della domanda, nel caso in cui abbiano le somme necessarie in cassa oppure tre mesi dopo, pagando quindi gli arretrati.

Dunque, per le domande presentate a marzo, il versamento della Quir (ovvero della quota integrativa mensile di Tfr) avverrà nella busta paga di aprile oppure a giugno con gli arretrati.

Trattamento di fine rapporto in busta paga: chi può chiederla, per quanto tempo e cosa succede a chi è iscritto ai fondi pensione

L'operazione del Tfr in busta paga è stata introdotta nell'ultima Legge di stabilità, anche se il debutto era stato previsto per il mese di marzo 2015. I lavoratori interessati sono quelli del settore privato che lavorino da almeno sei mesi in azienda, con l'esclusione delle seguenti categorie:

  • lavoratori domestici;
  • lavoratori settore agricolo;
  • lavoratori dipendenti per i quali la legge o il Ccnl prevedono il pagamento periodico del Tfr o l'accantonamento presso terzi;
  • lavoratori dipendenti i cui datori di lavoro siano sottoposti a procedure concorsuali, o che abbiano iscritto la propria impresa nel registro delle imprese un piano di risanamento o un piano di ristrutturazione dei debiti;
  • lavoratori di imprese ammesse alla cig straordinaria o in deroga.

Il versamento della quota mensile del Trattamento di fine rapporto in busta paga è ammessa anche per chi è iscritto ai fondi pensione: in tal caso, specifica il decreto, durate il periodo nel quale il lavoratore riceverà la quota mensile di Tfr nello stipendio, proseguirà la partecipazione del dipendente al fondo pensione sulla base di quanto versato dal lavoratore stesso e dal datore di lavoro.

La richiesta del versamento del Tfr in busta paga è irrevocabile: dunque, il lavoratore non potrà modificare la scelta fino al 30 giugno 2018. Il versamento del Tfr in busta paga avviene a partire dal mese successivo a quello della domanda.

Tfr in busta paga, tassazione piena

Infine, nel decreto è specificato che la quota di Tfr versato mensilmente in busta paga sarà soggetta a tassazione ordinaria e che non dovranno essere pagati i contributi previdenziali. La quota di Tfr non incide, inoltre, sul calcolo della tassazione separata e nemmeno ai fini della detrazione fiscale dei 960 euro per chi ha un reddito che non supera i 24 mila euro.