Giuliano Poletti, il ministro del welfare, ha confermato la sua disponibilità ad incontrare i sindacati: "I sindacati ci hanno chiesto un incontro e li incontreremo". Il motivo è evidente, sta nella ricerca di soluzioni condivise per le modifiche al sistema previdenziale. Tutti sono alla ricerca di nuove misure in materia di pensioni, in quanto, è opinione comune, che vadano superate le rigide norme della legge Fornero. Lo stesso ministro ha evidenziato come la legge del governo Monti abbia limiti e rigidità non più tollerabili ed attuali.
L'unica modifica alla legge Fornero attuata ad oggi è stata l'abolizione delle penalizzazioni per chi va in pensione prima dei 62 anni.
Altre modifiche, però, si rendono necessarie da apportare alla legge pensionistica attuale e tutti, lavoratori, pensionati, partiti ed associazioni di categoria, attendono che il governo si faccia sentire su questa questione. Da troppo tempo infatti si chiedono modifiche e soluzioni per esodati e per il personale scolastico in quota 96, ma invano e le prospettive non sono delle migliori. Ma come affrontare il tema delle modifiche senza "urtare la sensibilità" del ministro Padoan, arcigno sostenitore della validità della legge Fornero? Tutti concordano sulla necessità di trovare meccanismi di uscita anticipata e flessibile che possano permettere di lasciare il mondo del lavoro, sempre a fronte di penalizzazioni.
Quali sono ad oggi le ipotesi che potrebbero essere valutate come le più realistiche e più attuabili?
Forse l'uscita a quota 100, proposta da Cesare Damiano, o il sistema contributivo per tutti, ipotesi Boeri, o ancora il prestito pensionistico o mini pensione, proposte che godono anche del favore del Ministro Poletti, sono le ipotesi più fattibili. Proprio in questo ultimo periodo, il ministro Poletti, il presidente dell'Inps Boeri e il consigliere economico del premier Renzi, Gutgeld hanno confermato l'importanza di convincere i super tecnici dell'Unione europea a non ostacolare gli interventi italiani sulle pensioni, in quanto misure per un potenziale rilancio dell'occupazione ed un possibile accumulo di risorse da reinvestire sempre per interventi sulle pensioni, come l'aumento delle pensioni minime e per porre fine alla vertenza dei quota 96 della scuola.
Non ci resta che pazientare ed attendere ancora qualche mese per capire se realmente arriverà un decreto o se bisognerà attendere la prossima Legge di Stabilità per vedere misure previdenziali concrete e definite.