Il Ministro del lavoro Giuliano Poletti torna ancora una volta sulla questione del contributo di solidarietà, un compromesso che è stato ventilato più volte nel corso degli ultimi tempi al fine di riequilibrare il meccanismo di accesso alla previdenza dopo che la legge Fornero del 2011 ha irrigidito i requisiti utili al pensionamento. "Il Governo ha espresso chiaramente l'intenzione di non voler procedere in questa direzione" ha spiegato il membro dell'esecutivo durante un momento di confronto con il Parlamento, e più in particolare con i deputati della Camera.

L'ultimo taglio ipotizzato in ordine di tempo è stato quello ventilato dal Neo Presidente Inps Tito Boeri, che aveva suggerito l'ipotesi di andare ricalcolare con il sistema contributivo la parte delle mensilità attualmente erogate che superano i 2mila euro al mese.

L'esecutivo spera di poter trovare ugualmente le risorse necessarie a realizzare una misura strutturale utile al pensionamento anticipato dei lavoratori disagiati tramite i tagli alle inefficienze pubbliche. Il problema resta tra i dossier che il Governo si è impegnato a risolvere entro la fine dell'anno, tanto che l'inserimento di una misura di flessibilità all'interno della prossima legge di stabilità è già stata data per certa in più occasioni dal Ministro Poletti.

Riforma pensioni, l'ex Ministro Fornero torna a commentare le nuove proposte di Boeri

Sulla questione della previdenza e sulle ipotesi sopracitate riguardanti le ipotesi di cambiamento suggerite dal Presidente Inps Tito Boeri è tornata ad esprimersi Elsa Fornero, spiegando che a suo parere non vi è necessità di cambiamenti profondi nelle regole, quanto di maggiori risorse.

"Le regole sono già omogenee" spiega l'ex Ministro del lavoro, indicando anche che "non c'è bisogno di cambiarle. Invece che redditi minimi, sarebbe meglio creare occupazione e spiegare con quali risorse vogliamo rendere più flessibile l'età di pensionamento". Sullo sfondo vi è ancora il riferimento alle regole di bilancio imposte in sede europea, perché attualmente non è possibile creare un nuovo deficit per finanziare il sistema previdenziale; un passaggio che però sarebbe essenziale se si vuole offrire una misura di flessibilità senza effettuare nuovi tagli.

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