Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, non ha dubbi nel vedere in ripresa l'economia italiana, come attestato dall'Istat, che per il primo trimestre ha visto il Pil crescere, pur se di un pallido 0,3%. A dire il vero l'economia italiana, come constata il primo inquilino di Palazzo Koch nelle Considerazioni finali della Relazione tenuta oggi a Roma nel corso dell'assemblea ordinaria, cresce "in un quadro più debole di quello dell'area (...) All'accelerazione delle esportazioni si accompagna un recupero della domanda interna. Prosegue il rialzo della spesa delle famiglie, soprattutto per beni durevoli (come auto ed immobili, ndr), anche grazie alle migliori prospettive del reddito disponibile (ma è proprio così? ndr)".

La Banca d'Italia insomma sembra vedere rosa ma le valutazioni dell'organismo di vigilanza vanno prese con le pinze. E' infatti troppo presto per dire che un modesto +0,3%, peraltro calcolato sulla base del solo primo trimestre, possa incidere più di tanto sul contesto economico nazionale. Insomma una rondine non fa primavera! Inoltre, come osserva anche il numero uno di via Nazionale, i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato creati con gli sgravi fiscali accordati per gli assunti con contratti a tutele crescenti sono certamente una buona notizia ma non bastano per poter parlare di un'effettiva ripresa dell'occupazione in Italia.

In realtà molti posti di lavoro si sono persi in un recente passato e continuano a perdersi innanzitutto a causa dell'avvento delle nuove tecnologie: anche nel settore bancario, sino a pochi anni orsono considerato foriero di occupazione certa, si sono persi molti posti di lavoro (prevalentemente con l'ammortizzatore del fondo di solidarietà per gli esodi volontari) a causa dei processi di automazione e dell'home banking e di contestabili politiche di riduzione del costo del lavoro. Inoltre in Italia - lo nota anche Visco - si investe assai poco in ricerca e sviluppo per cui anche le aziende impegnate in settori ad elevato contenuto tecnologico risultano spesso non competitive.

I finanziamenti bancari

Visco ha fatto giustamente notare come già negli ultimi mesi del 2014 il costo dei finanziamenti alle imprese si sia ridotto del 2,2%. Ovviamente il calo dei tassi ha fatto la sua parte. Il tasso dei prestiti alle imprese si è ridotto mediamente di un punto percentuale. Tuttavia il sistema bancario ha ancora difficoltà ad erogare credito per via anche della zavorra dei crediti deteriorati, che immobilizzano risorse nel patrimonio. Visco sollecita dunque la rapida costituzione di una bad bank di sistema, nel rispetto della disciplina comunitaria degli aiuti di Stato, che potrà dare una mano alle banche per fare pulizia nei propri bilanci e riprendere l'erogazione del credito. Bisogna però anche incentivare il ricorso di famiglie ed imprese a canali alternativi per finanziarsi, come fondi comuni di investimento, compagnie di assicurazione, mercati finanziari etc.