Una Ansa di questa mattina riportava le dichiarazioni del ministro Maria Elena Boschi sull'apertura al dialogo mostrata dall'esecutivo volta ad apportare alcune modifiche al Ddl Scuola in approvazione alle camere. Ai più la dichiarazione è parsa come un tentativo di ammorbidire le posizioni dei docenti che questa mattina del 5 maggio 2015 scendono in sciopero in tutte le città italiane per protestare contro una riforma che esoderà di fatto 150 mila precari. In diverse città italiane ieri ci sono stati diversi flashmob, scrive il Corriere della Sera, che hanno preceduto i cortei che questa mattina partiranno da nord a sud in 7 città, da Aosta con ritrovo a Piazza Chanoux passando per Milano , Roma, Bari, Catania, Palermo e Cagliari.

Tra le iniziative di protesta da segnalare la novità prodotta da una delegazione di precari che su Radio Ldr ha partecipato ad una trasmissione in diretta streaming con il Ddl scuola come tema centrale.

Anche studenti e dirigenti scolastici al fianco dei precari

Il Corriere della Sera offre una visione della massiccia partecipazione allo sciopero di oggi quando parla dell'estensione agli studenti e ai presidi coinvolti nella protesta contro la riforma della scuola. Anche i dirigenti scolastici sono in opposizione alla 'Buona Scuola' per gli emendamenti proposti che introducono la precarietà all'interno dei distretti scolastici. Per questo motivo scendono in piazza con i docenti e gli studenti tutti compatti in questo grande sciopero contro una riforma che tende a indebolire i principi democratici sull'istruzione.

Uno dei punti cardine della protesta si rivolge al provvedimento che conferisce poteri decisionali di vastissima portata ai dirigenti scolastici ma che al tempo stesso ne mina la stabilità di ruolo stante la volontà del governo di metterli sotto esame. I sindacati alzano la voce e minacciano altre iniziative di protesta come il blocco degli scrutini in caso di mancato ritiro del Ddl scuola.

La parola d'ordine è ritiro del Ddl scuola

Nei cortei sfileranno anche le migliaia di dipendenti del comparto Ata completamente ignorati da un piano di riforma pieno di tagli indiscriminati e lineari dove 2000 unità vengono licenziate con questa Buona Scuola, abbandonando gli istituti nel caos. L'avvertimento che il popolo della scuola lancia a Renzi è quello proseguire fino in fondo verso la strada del ritiro totale del suo Ddl ricorrendo, se necessario, a qualsiasi iniziativa a tutela legale della categoria.

Si affilano le armi e ci si prepara ad un ricorso in Corte Costituzionale avverso principi manifestamente opposti al dettato costituzionale; quella stessa Corte che il 23 giugno prossimo sarà chiamata a pronunciarsi circa le sanzioni idonee per punire uno Stato che si rifiuta di immettere in ruolo centinaia di migliaia di docenti abilitati regolarmente con più di 36 mesi di servizio.

Il governo in piena crisi di nervi

Da nord a sud un esercito di almeno 3 milioni di manifestanti è atteso nelle piazze italiane per dimostrare con fatti che Faraone sbaglia a parlare di una minoranza che manifesta e a smentire Renzi circa il fatto che la stessa sia urlante. Persino il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, ospite su Radio24 stamattina alle 9, ha detto che gli insegnanti sono a scuola solo per far Politica. Dopo la gaffe alla Festa dell'Unità di Bologna con la definizione di squadristi data ai docenti si aggiunge adesso quest'altra perla.