La minoranza del Partito democratico sembra non fidarsi della piega che sta prendendo la discussione sulla riforma Pensioni e così come sul Jobs act, la riforma scuola e le assunzioni degli insegnanti, le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale, sta col fiato sul collo del Governo Renzi che da una parte continua ad annunciare nuove forme di flessibilità in uscita per la pensione anticipata, dall'altra continua a parlare di sostenibilità finanziaria, consenso dell'Europa e penalizzazioni sui trattamenti previdenziali in caso di uscita in anticipo dal lavoro.

Riforma pensioni 2015, in pensione a 62 anni ma con un mese di penalità

Per questo, mentre nuove ipotesi e proposte filtrano attraverso i mezzi di informazione come indiscrezioni da Palazzo Chigi, e mentre si continua a discutere di previdenza al Festival dell'Economia di Trento dove domani è atteso il responsabile del Mef Pier Carlo Padoan, il presidente della commissione Lavoro pubblico e privato di Montecitorio avverte l'esecutivo. "Noi chiediamo un confronto sulle nostre proposte - ha scritto oggi in una nota l'autorevole esponente della minoranza del Pd ancora - e ci auguriamo che il governo e non l'Inps - ha sottolineato Damiano continuano la polemica riaperta ieri con Boeri - avanzi a sua volta la sua ipotesi".

Previdenza e flessibilità, Damiano: a formulare proposte sia il governo e non l'Inps

Una delle diverse ipotesi allo studio dal governo per inserire più flessibilità in uscita per l'accesso alle pensioni anticipate a 62 anni sarebbe quella che contempla delle penalizzazioni che arrivino al massimo all'equipollente di un mese di trattamento previdenziale all'anno per chi dovesse preferire ritirarsi prima dal lavoro rinunciando a una "piccola" parte del suo assegno pensionistico.

Un'ipotesi, questa, che sembra non piacere alla minoranza dem. Cesare Damiano, esponente dell'Area Riformista del Pd che fa riferimento all'ex segretario Pierluigi Bersani, insiste per discutere a Montecitorio delle proposte di legge per la pensione anticipata già "incardinate da tempo", che prevedono diverse soluzioni: la possibilità di andare in pensione con la cosiddetta Quota 100, o l'opportunità del prepensionamento con 41 anni di contributi sia per uomini che per donne a prescindere dall'età, o ancora la pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi e penalità decrescenti a partire dall'8%.