Da Rainews e Tgcom arrivano le dichiarazioni delle opposizioni in merito alla decisione del governo di porre la questione di fiducia sulla riforma della Scuola, andando alle grandi manovre della conta dei voti per contrastare il voto di fiducia al Senato. Le ultime notizie descrivono l'intenzione delle opposizioni di lasciare l'Aula di Palazzo Madama; specificatamente si tratta delle formazioni di Sel, Lega e M5S. Fi voterà contro mentre 'Verdiniani' e minoranza Dem saranno presenti alla votazione. Come descritto sul sito senato.it al punto in cui si parla della maggioranza necessaria per approvare la fiducia, non è sufficiente la superiorità dei senatori che votano a favore rispetto ai contrari.

Occorre che siano superiori di numero rispetto alla somma di coloro che votano contro la fiducia più gli astenuti. Per validare il voto occorre la presenza di almeno la metà più uno dei senatori tutti. Un abbassamento del quorum necessario determinerebbe la nullità della fiducia.

Una forzatura e una porcata

Centinaro manda a dire che se la votino tra di loro e con i loro amici la fiducia, perché la Lega Nord non parteciperà a questa pantomima. All'interno della minoranza Dem i più critici verso Renzi si sono mostrati i senatori Tocci e Mineo, mentre Fassina non ha retto e ha lasciato il PD. A breve potrebbe raggiungerlo anche Mineo, come scrive Tgcom, confessando che se sarà possibile fare politica al di fuori del Pd prenderà seriamente in considerazione la possibilità.

Le posizioni espresse si riconducono a quanto già espresso da Rodotà che boccia la buona scuola.

Le opposizioni di Sel e M5S

Loredana De Petris di Sel ammonisce l'esecutivo che non si fermerà certo qui la questione della scuola che la riforma vuole trasformare in un aziendificio. Questa porcata, come la definisce testualmente, verrà ricordata a vita dal mondo della scuola e al momento del prossimo voto verrà presentato il conto al governo.

Per Forza Italia è Paolo Francesco Sisto ad intervenire dichiarandosi dispiaciuto della decisione del governo di troncare ogni dialogo costruttivo su una problematica vitale per il Paese adottando la fiducia.

La piazza

Questa mattina sfileranno unite in corteo tutte le sigle confederali sindacali per dire no e ritiro del DDL.

La decisione congiunta arriva dalle segreterie di Gilda, Cobas, Usb, Uil, Cisl, Cgil, Unicobas.Il presidio fisso dei docenti muoverà da Piazza Delle cinque lune per manifestare contro la riforma della scuola. Il corteo è stato voluto e indetto da Cobas e immediatamente appoggiato da tutti gli altri sindacati. Ma comunque vada sarà sempre possibile salvare le assunzioni dei docenti precari.