Una certezza c'è: il caso rimborsi delle Pensioni bloccate non è chiuso. Il tribunale di Napoli riconosce ad un pensionato la restituzione integrale di quanto spettante per la indicizzazione bloccata e il Codacons persegue la strada della class action contro la decisione del governo di rimborsare solo parzialmente le somme dovute. E non basta. Qualche avvocato sta intraprendendo la strada della "incostituzionalità" del decreto del 18 maggio con il quale il governo stabiliva la tempistica, la modalità e soprattutto la quantità del rimborso.

Vediamo lo stato dei fatti circa il rimborso ai pensionati ed i ricorsi in atto

Siamo, quindi, in alto mare o meglio in una vera e propria burrasca. La sentenza della Consulta, con la quale i giudici costituzionali hanno bocciato la parte della riforma Fornero del dicembre 2011 concernente il blocco delle indicizzazioni delle pensioni, ha sollevato come dicevamo, in un nostro precedente articolo, polemiche, proteste ed ora anche una serie di ricorsi nei vari gradi di giudizio. La decisione del governo del premier Matteo Renzi di rimborsare solo parzialmente quanto dovuto ai pensionati e con il rimborso pensioni differenziato per reddito ha avuto un effetto boomerang. Secondo il giudice del lavoro di Napoli ai pensionati spetta la somma integrale e non solo una parte di essa.

E sulla scia di questa sentenza il Codacons, l'associazione che tutela i diritti dei consumatori, ha deciso di intraprendere una class action alla quale, secondo quanto comunicato dalla stessa associazione, hanno aderito già oltre 5000 pensionati.

Il governo difende il suo operato circa il rimborso di quanto dovuto ai pensionati. La strada intraprese è "costituzionale"

Il governo ritiene di essere nel giusto sicuro di avere applicato alla lettera quanto stabilito dalla Consulta. Difatti, per bocca della ministra Maria Elena Boschi, in un'intervista al Sole 24 Ore di qualche giorno fa, faceva sapere che "non c'è altro da commentare, la Corte Costituzionale si è pronunciata" lasciando ovviamente intendere che il governo non ha alcuna intenzione di recedere dalla posizione intrapresa.

Ma adesso, di fronte ad una possibile valanga di ricorsi, il premier Matteo Renzi ed il suo esecutivo terranno ferma l'asticella fissata per i rimborsi o dovranno rivedere modalità, tempi e quantità? Inoltre il rimborso differenziato per reddito reggerà l'urto delle contestazioni?

Questo lo vedremo a breve. Se voi volete essere aggiornati sulla vicenda, seguiteci. Intanto nell'attesa di novità , cliccate su "segui" posto in alto sul titolo.