"L'accesso alla flessibilità in uscita, solo con il ricalcolo interamente contributivo della pensione, è un'ipotesi inaccettabile": questo il commento della sindacalista Cgil Vera Lamonica in merito alle ultime dichiarazioni rilasciate in Parlamento dal presidente dell'Inps Tito Boeri, sulla bocciatura del sistema a quote per garantire il pensionamento anticipato dei lavoratori. Le parti sociali mettono in guardia il Governo contro il rischio che si arrivi ad un taglio troppo elevato sugli assegni pensionistici, che di fatto obbligherebbe lo Stato a spendere comunque ulteriori risorse nello stato sociale attraverso i meccanismi di assistenza.

"Si sta svolgendo una campagna che desta sconcerto" prosegue l'esponente Cgil, sottolineando di essere molto preoccupata per l'evoluzione recente della discussione riguardante il tema della flessibilità previdenziale. L'invito è quindi quello di operare un cambiamento urgente nella legge Fornero senza aggravare nuovamente lavoratori e pensionati con ulteriori penalizzazioni.

Riforma pensioni e ricalcolo contributivo: quota 97 e 41 a rischio? La discussione si riaccende

Resta evidente come le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dal Presidente Inps abbiano riacceso il dibattito pubblico sul tema della riforma previdenziale. D'altra parte, Boeri si era già espresso a favore del sistema contributivo prima della propria audizione tenutasi presso la Camera dei Deputati.

Secondo alcune dichiarazioni riportate da Reuters negli scorsi giorni, l'economista aveva sottolineato come "il sistema contributivo sia sostenibile nel lungo periodo e vada difeso a spada tratta", ribadendo che "questa ipotesi della flessibilità in uscita per la pensione è sostenibile". Boeri sottolinea anche che secondo i calcoli dell'istituto di cui è alla guida "le Pensioni che verranno erogate in futuro sarebbero comunque sopra il livello di assistenza".

Ben diverse sono invece le proposte in elaborazione presso la Commissione lavoro della Camera, dove la richiesta di flessibilità nell'accesso alla pensione si è concretizzata attraverso la cosiddetta quota 97 (con sbarramento a 62 anni più 35 anni di contribuzione e una penalizzazione massima di una mensilità su tredici), oltre all'uscita per i precoci con 41 anni di lavoro, indipendentemente dall'età anagrafica.

Legge di stabilità vero spartiacque: si attende la decisione del Governo sulle varie proposte di prepensionamento

Stante la situazione, per capire quale sarà la direzione intrapresa dal Governo bisognerà avere ancora un po' di pazienza, perché una linea definitiva sarà decisa solo in fase di redazione della prossima legge di stabilità. Per il momento i membri dell'esecutivo intervenuti finora sulla vicenda non sembrano volersi sbilanciare, anche se nel passato è stato escluso in diverse occasioni un passaggio al contributivo puro per coloro che necessitavano di ottenere il pensionamento anticipato a causa di situazioni di disagio lavorativo. Come d'abitudine restiamo a disposizione per pubblicare i vostri commenti in merito a quanto riportato, mentre se desiderate mantenervi aggiornati sulle ultime novità riguardanti la previdenza potete ricevere i prossimi articoli utilizzando il comodo tasto "segui" che vedete nella parte alta di questa pagina.