Governo Renzi e maggioranza parlamentare sempre al lavoro sulla riforma delle Pensioni 2015, in particolare sulla riforma della pensione anticipata: le alternative sono flessibilità in uscita con penalizzazione oppure ricalcolo delle pensioni col contributivo (per quelle che sono ancora nel regime misto retributivo-contributivo) ma le sfumature e i dettagli sono parecchi. Cosa si prevede per le pensioni dei lavoratori precoci? Per i lavoratori rimasti disoccupati a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti che soluzioni ci sono? Allo stato attuale forse solo le indennità di disoccupazione Naspi eAsdi, ma è meno che un pannicello caldo dato a un malato grave: sembra però che il governo sia orientato a introdurre una qualche forma di sostegno al reddito più stabile e appositamente studiata.

Facciamo un po' il punto della situazione, per come sono le notizie sulle pensioni oggi 25 giugno.

I "tre big", ovvero governo Renzi, INPS e Ragioneria di Stato, sono in continuo contatto per capire quali interventi di riforma delle pensioni mettere in atto per quel che riguarda il complesso caso della pensione anticipata: sono parecchi i ddl allo studio delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato ma appare ormai chiaro le proposte di Cesare Damiano (Pd) per Quota 100 o 97 con o senza penalizzazione per l'uscita anticipata, come quelle simili di altri esponenti politici, non sono assolutamente tenute in considerazione per gli elevati costi che avrebbero (questo quanto ritiene l'esecutivo e l'INPS, secondo Damiano ci sarebbe invece un risparmio).

Qualche speranza in realtà ce l'avrebbe la proposta di pensione anticipata con penalizzazione, ma da quello che si dice in questi giorni in cui il governo Renzi è molto attivo, se passasse qualcosa di simile sarebbe con una penalità più elevata del 2% in meno per ogni anni di anticipo. All'interno del Partito Democratico si fronteggiano dunque diverse posizioni sulla riforma delle pensioni, come scritto anche più sotto.

Cosa rimane allora? Il ricalcolo della pensione col contributivo per chi, ancora nel sistema misto retributivo-contributivo, decidesse per l'uscita anticipata rispetto alla pensione di vecchiaia. Ci sarebbe quindi una proroga dell'Opzione Donna ed una sua estensione anche ai lavoratori che potrebbero andare in pensione anticipata a 62 anni con 35 di contributi se dipendenti, qualcosa in più se autonomi.

Tuttavia la maggioranza è spaccata sul ricalcolo col contributivo per la pensione anticipata, anzi è spaccato il PD perchè l'opposizione interna DEM è contraria per via della (forte) riduzione dell'assegno che subirebbe chi eventualmente scegliesse questa possibilità. Un'ipotesi per integrare questa formula di flessibilità in uscita è una soglia minima sotto la quale la pensione non potrebbe andare.

Ma in fondo cosa cambierebbe? Nella sostanza il ricalcolo col contributivo è una pensione anticipata con penalità, una penalità ben più pesante rispetto ad altre proposte: la questione è tutta qui, quanto colpire forte chi non vuole lavorare fino a quasi 70 anni!

Infine, sembra che si stia cercando una qualche soluzione per gli ultra 55enni che restano disoccupati a pochi anni dalla pensione ma senza avere i requisiti per l'anticipata, dunque con la prospettiva di rimanere senza un reddito per anni: gli interventi saranno di natura previdenziale o assistenziale?

L'INPS dovrebbe presentare una proposta nelle prossime settimane, mentre la minoranza DEM del Partito Democratico ha depositato al Senato pochi giorni fa un ddl per una sorta di prestito pensionistico: dopo aver percepito le indennità di disoccupazione Naspi e Asdi, ci sarebbe un prestito da parte dell'INPS per massimo 5 anni, se ne mancano non più di 5 per la pensione di vecchiaia, che verrebbe restituito con un prelievo sulla pensione futura (insomma, un anticipo sulla pensione).