Arrivano in queste ore le dichiarazioni, secondo quanto riportato dal sito ansa.it, del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: 'Stiamo ragionando su quali penalità da introdurre per chi dovesse decidere di andare in pensione prima. La penalizzazione potrebbe essere fissata in una mensilità ogni anno'. Queste le parole pronunciate dal ministro in merito alla questione della cosiddetta Quota 97, la proposta avanzata da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Questo sistema darebbe la possibilità ai lavoratori di andare in pensione con quattro anni di anticipo rispetto a quanto avviene ora.
L'idea principale è quella di favorire la cosiddetta 'staffetta generazionale'.
Per i lavoratori precoci si vorrebbe introdurre il sistema Quota 41 che non tiene conto né dell'età anagrafica né delle penalizzazioni
Buone notizie sembrano giungere anche a favore dei lavoratori precoci, quelle persone che hanno trovato un lavoro in giovane età e che sono costretti a continuare a lavorare dopo la norma introdotta nella legge Fornero, approvata dal governo Monti ed entrata in vigore nel 2012, che ha fissato il tetto anagrafico a 66 anni. La proposta è quella di introdurre il sistema a Quota 41, in maniera da prendere in considerazione solamente gli anni di contribuzione, anche se resta ancora da capire se saranno applicate, in questo eventuale caso, le penalizzazioni.
Non sembra essere accettata la proposta di Boeri sul ricalcolo contributivo
Da più parti, invece, sembra non essere accettata la proposta del presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, Tito Boeri, che vorrebbe applicare un ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici. Ipotesi che non trova d'accordo neanche l'Esecutivo dato che questo provvedimento porterebbe moltissime famiglie al di sotto della soglia di povertà con un notevole risparmio per le casse dello Stato. Vedremo, già questo mese, come il governo Renzi vorrà affrontare la riforma del sistema previdenziale italiano auspicata da tutti.