Brusca frenata del governo sulla Buona Scuola: nonostante le dichiarazioni di Giannini e Renzi che vedevano qualche giorno fa una riforma della scuola ormai in dirittura d'arrivo, il premier fa mea culpa e apre nuovamente al confronto, rimandando il completamento dell'iter del ddl. A Bologna intanto un gruppo di docenti è in sciopero della fame, è iniziato il primo giorno di blocco degli scrutini per uno sciopero sindacale destinato ad estendersi nei prossimi giorni a macchia d'olio.

Riforma della Scuola 2015, ultime notizie: Renzi frena, "altri 15 giorni per discutere"

"Riforma della scuola?

Anche domattina ma spaccherei il Pd" ha detto Matteo Renzi aprendo la direzione Pd sulle regionali. Non è questione di numeri - ha detto il premier in relazione alle notizie di una traballante maggioranza in Senato - ma di "metodo di lavoro" tra gli interni al partito. C'è bisogno di un codice di condotta interno perché "se si fosse tenuto il partito unito non si sarebbe andato avanti". Nel merito dei dissesti interni al partito è poi arrivata la stoccata alla minoranza Dem: "quando sento, lo dico con affetto a Stefano Fassina, persone che partecipano a una riunione di 4-5 ore qui dentro e poi escono e danno un'immagine completamente diversa, ci rimango male". Dopo il mea culpa dei giorni scorsi a Genova in occasione del forum Repidee, il premier ha dato un nuovo segnale di apertura: "serve ancora discutere" ha detto Renzi, "prendiamoci altri 15 giorni.

Ma allora facciamo assemblee in tutti i circoli del PD, entriamo nel merito" perché "la riforma la facciamo per i ragazzi e non per assumere 200mila persone".

Buona scuola, continua la protesta: il via al blocco degli scrutini indetto dai sindacati

Renzi mostra i muscoli, "non accetto l'idea che stiamo distruggendo la scuola pubblica quando abbiamo messo più soldi di tutti" ha ribadito, ma la frenata improvvisa che solo giorni fa sembrava improponibile rappresenta sicuramente un momento di riflessione.

Per Gianni Cuperlo si tratterebbe di un effetto post-elezioni che con un chiaro segnale di "cambiare rotta" avrebbe molto ridimensionato la strategia renziana, anche se rimangono le perplessità sui numeri in Senato.

Altri 15 giorni per discutere dunque ma sarà difficile osservare quei cambiamenti che sindacati e personale docente continuano a richiedere a gran voce alla riforma della scuola.

Strapotere dei presidi-sindaci, il mega piano da 100mila assunzioni e la desindacalizzazione di parecchi aspetti scolastici: su questi temi va oggi in scena la nuova protesta con il meccanismo del blocco degli scrutini: primi a incrociare le braccia sono stati gli insegnanti dell'Emilia che hanno concluso le lezioni già da sabato, per il primo atto dello sciopero indetto dai sindacati per dire ancora una volta "no alla buona scuola"