Nei giorni scorsi, si è tenuta alla Camera un'audizione in cui un'esponente del Partito Democratico, l'onorevole Maria Luisa Gnecchi, ha chiesto ufficialmente al presidente Inps, Tito Boeri, di risolvere la problematica relativa alla proroga dell'Opzione Donna con il metodo contributivo al 31 dicembre 2015. La richiesta scaturisce dal fatto che le donne lavoratrici, al momento, nonostante una norma stabilisca la possibilità di aderire a questo sistema, non riescono ad usufruire dell'Opzione Donna, a causa di un'interpretazione restrittiva dell'Inps che, attraverso due circolari, ha bloccato, di fatto, la possibilità di aderire a questo metodo sperimentale.
La Gnecchi spera che questa problematica venga risolta ancor prima che venga avviata la riforma del sistema pensionistico, prevista per il prossimo autunno.
E' possibile aderire alla class action tramite un ricorso privato
Si ricorda, secondo quanto riportato dal sito pensionioggi.it, che il Comitato Opzione Donna, nato per tutelare le donne lavoratrici che richiedono di aderire a questo metodo sperimentale e coordinato da Dianella Maroni, ha avviato una class action attraverso un ricorso al Tar del Lazio che si dovrà pronunciare nel mese di ottobre sulla legittimità di questo blocco. L'adesione a questa class action collettiva, da parte delle donne lavoratrici interessate, è terminata lo scorso 30 giugno, mentre è possibile rivolgersi ad un avvocato in maniera privata per aderire al ricorso stesso.
Intanto, Boeri ha specificato che l'Inps sta aspettando il parere da parte del Ministero dell'Economia sulla possibilità di cancellare le due circolari dell'Istituto di Previdenza.
Intanto, giacciono in Parlamento, alcune proposte di legge volte, addirittura, a prorogare i termini di adesione al metodo Opzione Donna al 31 dicembre 2018. Una di questa è stata presentata dal Movimento 5 Stelle qualche mese fa. Vedremo se il governo affronterà la questione Opzione Donna, anche alla luce delle condizioni economiche in cui versano le casse dello Stato.