"'È assolutamente necessario reintrodurre la flessibilità di accesso alla pensione. La legge Fornero ha provocato una rigidità eccessiva che va rimossa, sia per rispondere alle attese dei lavoratori, sia per favorire un efficace turn over nel mercato del lavoro": sono le parole evidenziate dal sindacato Uil a proposito della prossima riforma della previdenza, attraverso una nota diffusa via internet. Anche grazie al pressing di sindacati e comitati dei lavoratori il Governo sta lavorando sui nuovi possibili scenari di apertura alla flessibilità previdenziale da inserire nella prossima legge di stabilità, sebbene non sia ancora chiare quale tipo di provvedimento sarà effettivamente preso.

"Abbiamo deciso unitariamente di chiedere una profonda modifica della Legge Fornero" spiega il Segretario Generale Uil Eugenio Barbagallo, che sottolinea anche un altro punto fondamentale riguardo il nuovo meccanismo di prepensionamento in corso di definizione: "bisogna farlo senza penalizzazioni". 

Riforma della previdenza e apertura alla flessibilità Inps: Uil contraria a ricalcolo contributivo

Proprio al riguardo delle possibile misure di contenimento dei costi in relazione all'apertura della flessibilità nei meccanismi di pensionamento, la Uil ha posto la propria linea rossa nelle possibilità di contrattazione. "L'ipotesi avanzata dal Presidente dell'Inps [...] applicando totalmente il sistema contributivo è profondamente sbagliata e iniqua".

Boeri afferma infatti che un ritorno al sistema delle quote risulterebbe troppo oneroso, ma la sua idea di procedere ad un'apertura dei pensionamenti anticipati ricalcolando le erogazioni sugli effettivi contributi versati non piace ai sindacati, che lanciano l'allarme contro i tagli che deriverebbero da tale pratica. "Lo studio che qui presentiamo" conclude la Uil, "dimostra come i futuri pensionati avrebbero una riduzione media del trattamento tra il 10% e il 34%".

Flessibilità previdenziale, anche l'On. Damiano appare contrario alle pensioni contributive senza possibilità di scelta

Sulla vicenda delle Pensioni contributive come unico strumento di prepensionamento si è detto contrario anche il Presidente della Commissione lavoro Damiano, che vorrebbe affiancare alle cosiddette uscite con l'opzione donna anche due ulteriori meccanismi di flessibilità: la quota 97 (raggiungibile con 62 anni di età e 35 anni di versamenti, più una penalizzazione massima dell'8%) e la quiescenza dei precoci al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione (senza altre penalizzazioni).

"Anche noi, come i sindacati, siamo contrari a una flessibilità che sia collegata al totale ricalcolo dell'assegno" spiega l'On. Cesare Damiano, che invita a trovare una soluzione più equilibrata per poter chiudere in via definitiva il problema.

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