Restano accesi i toni della discussione attualmente in corso sul tema della riforma pensionistica, una tematica che vede contrapporsi diverse fazioni con proposte molto distanti tra di loro, tanto che al momento sembra difficile ipotizzare una soluzione che possa davvero accontentare tutti gli interlocutori coinvolti nella vicenda. Da un lato abbiamo infatti il cosiddetto "piano Boeri", che prevederebbe l'uscita dal lavoro già a partire dai 58 anni di età, sebbene accettando di vedersi diminuire la mensilità erogata per via dei coefficienti di conversione del montante accumulato con i versamenti, caratteristico del sistema contributivo.

Dall'altro lato vi sono le proposte della Commissione lavoro alla Camera, che invece vede con favore un'uscita pensionistica a partire dai 62 anni (con 35 di versamenti e 2% di penalizzazione per ogni annualità mancante rispetto ai requisiti attualmente in vigore). Assieme a questo scenario, seguirebbe anche un'opzione dedicata alla pensione anticipata dei lavoratori precoci, che potrebbero ottenere uno scivolo a partire da quarantuno anni di contribuzione presso l'Inps senza requisiti d'età o ulteriore penalizzazioni a gravare sulla futura rendita previdenziale..

Previdenza pubblica, resta il clima di tensione: anticipata con meccanismo contributivo al centro delle maggiori polemiche?

Stante la situazione, resta ormai evidente che alcune delle tensioni maggiori sul tema delle pensioni anticipate si siano create proprio sulla proposta contributiva a cinquantasette o cinquantotto anni d'età, che però rappresenterebbe anche quella in grado di penalizzare maggiormente le mensilità erogate.

C'è addirittura chi è arrivato a stimare per alcuni soggetti in uscita a 57 anni e 35 di versamento (sulla falsa riga dell'attuale opzione donna) tagli alla pensione che potrebbero arrivare alla soglia del 30%, uno scenario per altro smentito in più occasioni dal Presidente Boeri. Contrari all'estensione di questa proposta vi sarebbero poi diversi membri della Commissione lavoro alla Camera, oltre alle principali sigle sindacali, che vedono nei tagli alle future mensilità delle penalizzazioni eccessive.

Rimane il fatto che il tempo per trovare la "quadra" sulle diverse istanze diventa ogni giorno che passa più stringente, visto che l'obiettivo su cui si è impegnato l'esecutivo è di trovare una risposta alle esigenze di pensionandi e lavoratori disagiati con la prossima legge di stabilità 2015, che sarà approvata entro la fine dell'anno.

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