C'è fermento nel settore della previdenza, come dimostrano le numero proposte di modifica e flessibilizzazione del welfare assistenziale e pensionistico attualmente in discussione sul tavolo del Governo e all'interno del Parlamento. Nel corso delle ultime ore si sono moltiplicati gli annunci di nuovi dossier riguardanti l'attuazione di misure dedicate ai lavoratori disagiati e a coloro che hanno sofferto maggiormente l'impatto della legge Fornero, tanto che sembra opportuno fermarsi un momento per fare il punto della situazione. La posta in gioco è infatti molto alta e potrebbe condizionare fortemente il futuro di migliaia di famiglie, che ormai da quattro anni stanno chiedendo alle istituzioni di intervenire con dei provvedimenti strutturali e definitivi sulle tante falle rimaste irrisolte nel campo della previdenza pubblica.

Riforma del welfare di assistenza, ecco le proposte di flessibilità in arrivo dal Senato della Repubblica

Presso il Senato della Repubblica è stato presentato nella passata settimana un progetto di legge (numero 1943) contenente tre possibili interventi di supporto a coloro che perdono il lavoro in età superiore ai cinquantacinque anni. Nella pratica si tratta di misure che risultano strutturate in modo propedeutico e conseguenziale e che promettono di poter accompagnare il lavoratore con un sostegno economico fino al raggiungimento degli attuali requisiti di pensionamento. I tre step successivi prevedono in prima istanza la creazione di uno sgravio contributivo triennale in favore dei datori di lavoro, che dovrebbe facilitare il ricollocamento del lavoratore.

Se questo non risultasse possibile e si arrivasse all'esaurimento dell'Asdi, interverrebbe il secondo passaggio, che permetterebbe di estendere il sussidio di welfare fino alla durata complessiva di tre anni. Al termine di questa fase, il lavoratore potrebbe quindi beneficiare di un reddito di sostegno per ulteriori cinque anni, purché questo lasso temporale possa permettere il raggiungimento dei requisiti di pensionamento previsti dall'Inps.

Quiescenza anticipata, il Presidente Boeri presenta a Palazzo Chigi le proposte di apertura alla flessibilità previdenziale

Nel frattempo, sembra procedere anche l'iniziativa del Presidente Inps Tito Boeri riguardo la creazione di nuove misure per la flessibilizzazione nell'accesso all'Inps. L'obiettivo dell'economista sarebbe di aprire nuovi meccanismi di pensionamento anticipato già a partire dai 57 anni di età, seppure con alcuni requisiti stringenti ovvero l'aver acquisito almeno 35 anni di versamenti e l'accettazione del ricalcolo contributivo di almeno una parte della mensilità erogata.

I risparmi ottenuti in questo modo permetterebbero di rendere sostenibile la misura nel lungo termine e di farla passare all'esame dei tecnici europei, pronti a bloccare qualsiasi modifica in grado di mettere in dubbio la sicurezza dei conti pubblici. La questione resta però molto discussa perché secondo diversi esponenti politici della Commissione lavoro, l'utilizzo del metodo contributivo risulterebbe troppo penalizzante per molti soggetti.

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