In questi ultimi giorni stanno tenendo banco molte news sulle pensioni dei precoci e non solo, che riportano le parole e il nuovo "patto con gli italiani" di Renzi, focalizzandosi sul fatto che il Premier ha parlato di interventi su scaglioni Irpef e Pensioni nel 2018. Ma questo vuol dire che bisognerà attendere ancora 3 anni prima di vedere attuare una riforma pensioni che consenta un uscita più flessibile dal mondo del lavoro? E che nella prossima legge di Stabilità (termine che negli ultimi mesi è stato dato per riformare il sistema pensionistico) non vedremo nessuna misura?

Renzi non è stato chiaro su questi punti, ma quanto risulta al momento, gli articoli che parlano di slittamento della riforma nel 2018 sono errati. Vediamo il perchè.

Riforma Pensioni, le ultime news di oggi: quali sono le tempistiche per la manovra? Cosa farà Renzi nei prossimi anni?

Nei giorni scorsi, Renzi ha annunciato il suo piano di rilancio, proponendo tagli pesanti alle tasse nei prossimi cinque anni (proprio in concomitanza con i sondaggi politici che lo danno ai minimi storici, sarà un caso?). Nel 2016 eliminazione di tutte le tasse sulla casa, nel 2017 un intervento Ires e Irap nel 2018 interventi sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni. Questa la "Rivoluzione copernicana" che promette Renzi, ma a nostro parere le poche parole sulle pensioni nel 2018 sono travisate.

Non vuol dire rimandare gli interventi di flessibilità in uscita per i lavoratori precoci e per gli altri lavoratori nel 2018, ma più facilmente garantire un intervento per le pensioni più basse di chi guadagna meno di mille euro al mese, probabilmente estendendo la ormai famosa misura degli 80 euro anche ai pensionati.

Pensioni Precoci e quota 41: si aspetta la decisione di Poletti

Insomma, alcune novità sulla riforma pensioni ci saranno entro la legge di stabilità, anche se al momento è ancora in corso la discussione per capire come rendere più flessibile l'uscita dal mondo del lavoro. Sindacati e Poletti si sono nuovamente incontrati al tavolo nei giorni scorsi, e il giudizio sul confronto è stato positivo da entrambe le parti (rimarcando tra l'altro la prossima legge di stabilità come data in cui intervenire, a dimostrazione che non si aspetterà il 2018).

Il Ddl 857 che prevede l'uscita a 62 anni di età e 35 di contributi (con penalizzazione massima dell'8%) insieme alla quota 41, resta una soluzione possibile, ma come sempre bisognerà capire se il Governo troverà i fondi per questa riforma o preferirà fare diversamente.... Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto e cliccate segui in alto per tutti gli aggiornamenti sulle ultime news delle Pensioni.