"Il nostro desiderio è di chiudere la questione al più presto, prima dell'udienza del Tar. La politica ha fatto un errore e la politica deve correggerlo, senza se e esenza ma. Non può essere un burocrate che decide per noi, come ci ha detto l'On. Anna Giacobbe": sono le parole riprese dal Comitato Opzione donna di Dianella Maroni, al riguardo della vicenda relativa al mancato pensionamento delle lavoratrici che desideravano far valere l'opzione dell'uscita anticipata contributiva. "In questi ultimi giorni abbiamo visto molto movimento e nuove dichiarazioni a nostro favore alla Camera e al Senato e il Corriere della Sera ha parlato di noi" ha proseguito la rappresentante delle lavoratrici, indicando come sulla vicenda sia riscontrabile una convergenza trasversale d'interesse, sia da parte dei legislatori che dei media. 

Uscita anticipata con opzione donna, oltre 3000 le iscrizioni al Comitato da parte delle lavoratrici 

Stante la situazione, il crescente interesse per la vicenda è certificato anche dal numero delle iscritte al Comitato, che ha raggiunto e superato negli scorsi giorni le 3000 unità.

Vi è da sottolineare come sulla questione pesi anche una class action depositata presso il Tar del Lazio, con la quale le lavoratrici intendono far valere il proprio diritto al pensionamento nel caso in cui il tentativo di mediazione a livello amministrativo non dovesse andare in porto. Ma l'eventualità sarebbe da considerare come paradossale, visto che lo stesso Presidente dell'Inps Tito Boeri ha più volte indicato l'opzione donna come un meccanismo di prepensionamento virtuoso in grado di offrire flessibilità al sistema senza pesare sui conti dell'Inps. Al contempo, proprio l'opzione donna potrebbe avere il vantaggio secondario di rimettere in moto il turn over della staffetta generazionale, interrottosi bruscamente con l'improvviso irrigidimento dei requisiti anagrafici verificatosi nel 2011, dopo l'approvazione della riforma Fornero.

Le lavoratrici sottolineano che questa possibilità non è in contraddizione con chi preferisce altri meccanismi di pensionamento anticipato, perché si tratterebbe di una scelta libera e non di un obbligo.

Vi è infine il fatto che attraverso le due circolari numero 35 e 37 emesse dall'istituto di previdenza pubblico nel 2012, si sia di fatto cambiato in corso d'opera il meccanismo di quiescenza già deciso in precedenza dai legislatori.

Stante la situazione, non resta che attendere un riscontro dalla politica. Come da nostra abitudine, restiamo disponibili nel caso desideriate aggiungere la vostra opinione tramite l'inserimento di un commento, mentre per ricevere i prossimi aggiornamenti sulle pensioni vi ricordiamo la possibilità di cliccare il comodo tasto "segui" che trovate in alto, vicino al titolo dell'articolo.