Continua il dibattito sulla riforma del sistema previdenziale italiano. All'indomani delle presentazione delle proposte da parte di Tito Boeri, presidente Inps, si cerca di capire quale potrebbe essere il sistema migliore da applicare per garantire quella flessibilità auspicata da molti. Si cerca di superare la rigidità della riforma Fornero, approvata nel 2011 dal governo Monti ed entrata in vigore l'anno successivo.

I sindacati chiedono l'applicazione del sistema a Quota 100

Le ultime notizie, in merito alla questione, riportate dai maggiori quotidiani d'informazione, arrivano dai sindacati che, dopo la manifestazione avvenuta nei giorni scorsi, hanno messo in evidenza che la soluzione migliore per garantire un abbassamento dell'età pensionabile è quella della cosiddetta Quota 100, senza l'applicazione di alcuna penalizzazione. Ricordiamo che, questa proposta, è stata presentata in Parlamento dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano. Questa idea, secondo le intenzioni di molti esponenti politici, dovrebbe essere abbinata alla possibilità, per i lavoratori precoci, di lasciare il lavoro al compimento dei 41 anni di contributi, senza vincoli di età anagrafica.

Non si fermano le polemiche all'indomani della presentazione del 'Piano Boeri'

Proprio Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil, esprimendosi a favore della Quota 100, ha sottolineato che 'bisogna applicare flessibilità senza alcuna penalizzazione, partendo da un'età di 62 anni. In Parlamento sono state depositate alcune proposte; quella della Quota 100 è la più plausibile'. Nel frattempo, non si placano le polemiche che hanno colpito il Piano presentato dal presidente Inps che, tra le altre cose, propone la possibilità di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici, a patto che il conteggio dell'assegno previdenziale avvenga tramite il sistema contributivo. Questo metodo, a detta dei tecnici del settore, provocherebbe una decurtazione dell'assegno pari a circa il 25/30 percento.