Il Ministero dell'Istruzione ha reso noto i dati sull'incremento dei posti in organico di fatto e sono immediatamente esplose le polemiche: a fronte dei 755 nuovi docenti su cui potrà contare la Lombardia o i 716 assegnati all'Emilia Romagna, per la regione Sardegna i nuovi insegnanti saranno uguali a...zero! Una decisione 'grottesca', soprattutto se pensiamo che un'altra regione solitamente penalizzata come la Sicilia, potrà contare su ben 420 nuovi docenti.

A questo proposito, il deputato Unidos, Mauro Pili ha attaccato duramente il Miur per questo vero e proprio scandalo che provocherà un duro colpo all'istruzione sarda, già in gravissime difficoltà: basti pensare che, nella regione, un ragazzo su quattro, tra i diciotto e i ventiquattro anni non riesce ad arrivare al diploma o al conseguimento di una qualifica nelle scuole superiori. 

Sardegna 'beffata', zero insegnanti: la regione con maggior dispersione scolastica

Il deputato Unidos punta il dito contro lo Stato ma anche contro la Giunta della Regione per non aver dimostrato alcun interesse nei confronti di tutti quei giovani che abbandonano la Scuola: percentuali impietose come il 31 per cento dopo il biennio iniziale o il 49 per cento negli Istituti di formazione professionali inducono ad una profonda riflessione.
Si tratta dei dati peggiori che si siano registrati in Italia ed oltretutto il Ministero dell'Istruzione non solo non aiuta la Sardegna sul fronte della dispersione scolastica ma addirittura la fa sprofondare non assegnandole nemmeno un insegnante in più.

Assunzioni Sardegna: Mauro Pili comanda ricorso contro la riforma Buona Scuola

Mauro Pili ha provveduto a presentare un'interrogazione urgente alla Camera dei Deputati e ha sollecitato la regione ad intervenire tempestivamente attraverso un ricorso alla Corte Costituzionale contro la 'neonata' legge N. 107/2015, la riforma Buona Scuola. L'accusa mossa nei confronti delle istituzioni è quella di aver violato gravemente lo Statuto e le prerogative costituzionali della regione Sardegna.
Questa ennesima 'coltellata' ha sollevato la giusta indignazione di tutti gli insegnanti sardi, ma soprattutto tra tutti coloro che attendevano con ansia le nuove assegnazioni con la speranza di poter finalmente contribuire al miglioramento dell'offerta formativa della Sardegna. Il governo dovrà rispondere anche di questa gravissima ingiustizia, oltre alle innumerevoli e pesanti critiche che hanno investito la nuova legge.