Circa diecimila insegnanti dei 71.643 che hanno scelto di presentare la loro domanda di assunzione al Miur, conosceranno presto a quale Scuola d'Italia verranno assegnati per il loro incarico a tempo indeterminato.
La tanto criticata procedura, architettata dalla riforma Buona Scuola, sta per affrontare la sua fase B, la prima che il governo ha deciso di estendere su scala nazionale: il responso definitivo dovrebbe arrivare nei giorni 1 o 2 settembre, direttamente sul portale Istanze Online.
Algoritmo Miur 'top secret': provincia elemento prioritario rispetto a punteggio?
C'è molta curiosità di sapere come funzionerà l'assegnazione dei nuovi posti di ruolo. In realtà, si tratta di un'operazione 'top secret' o quasi, visto che tutto sarà affidato ad un computer: se le graduatorie ad esaurimento potevano dare qualche riferimento di massima ai docenti precari (in base al loro punteggio e soprattutto al loro piazzamento) qui viene proprio a mancare una 'bussola orientativa'.
Sarà, infatti, un apposito algoritmo formulato per l'occasione dal Ministero dell'Istruzione ad occuparsi dell'abbinamento dei posti e, naturalmente, in questi giorni, tale algoritmo non ha mancato di provocare un acceso dibattito tra i precari e i sindacati della scuola.
Anzi, possiamo tranquillamente affermare che proprio questo misterioso algoritmo sta diventando il nemico numero uno di chi è in attesa di conoscere il proprio destino.
Assunzioni scuola: scopo algoritmo Miur quello di tenere i docenti il più possibile vicino a casa
Di questo meccanismo si sa poco o nulla, eccetto che la sua principale funzione avrà come obiettivo quello di tenere gli insegnanti il più vicino possibile alla loro residenza.
Dunque, stando alle dichiarazioni del Miur, la provincia dovrebbe ricoprire un ruolo prioritario rispetto al punteggio.
Molto dipenderà, pertanto, dall'ordine delle provincie indicato da ciascun candidato e, in secondo luogo, dal punteggio e dalle categorie di insegnamento.
Spetterà al complicato software predisposto dal Ministero dell'Istruzione provvedere alle 'giuste assegnazioni': vedremo in quanti resteranno scontenti. Alla luce di quanto visto sinora con la Buona Scuola, non è difficile immaginare l'arrivo di un'altra ondata di rabbia e di polemiche.