Il Ministero dell’Istruzione ha chiarito un punto che ha fatto parecchio discutere nelle scorse settimane: nelle fasi “B” e “C” del piano straordinario delle assunzioni della Buona scuola ideato dal Governo Renzi conterà, in prima battuta, la provincia di preferenza espressa dal candidato nella domanda che scade il prossimo 14 agosto?

La risposta del Miur è stata fornita nelle faq del proprio sito istituzionale relative all’assistenza sulla presentazione della domanda per concorrere alle immissioni in ruolo nella Scuola: in data 5 agosto 2015, infatti, il ministero ha replicato che le assunzioni verranno eseguite seguendo l’ordine di predilezione delle province espresso dai candidati nella domanda.

Assunzioni scuola, fase B e C: conterà l’ordine delle preferenze delle province e il punteggio

Nella spiegazione fornita dal Miur si fa riferimento all’ipotesi in cui tutti i posti di una determinata provincia scelta come preferita dal candidato, possano essere già occupati da altri docenti che, però, non avevano indicato quella provincia come la preferita. Tuttavia, tale problema, secondo il Miur, è irrilevante in quanto conterà l’ordine di predilezione delle province espresso dal candidato.

Dunque, a fare la differenza nell'assegnazione dei posti sarà il principio del maggiore punteggio che sarà applicato in ciascuna provincia. Un po’ come avviene per le assegnazioni che vengono decise per le fasce delle graduatorie permanenti dove si parte dalla prima per arrivare alla terza, o come vengono decise le situazioni di mobilità, dove si prendono in considerazione prima gli spostamenti dell’insegnamento comune, poi quelli all’interno della provincia e infine quelli interprovinciali.

Piano immissioni in ruolo nella scuola, i rischio di dover emigrare dalle province del Sud

La preoccupazione principale dei docenti nella presentazione della domanda per partecipare alle fasi B e C del piano assunzioni ovvero quella di essere stabilizzati ma in una provincia lontana dalla residenza ha, dunque, ricevuto una risposta da parte dell’amministrazione.

Certo il rischio di dover emigrare è sempre alto, soprattutto per i docenti provenienti dalle province del Sud ma, per chiarezza, il criterio che sarà seguito sarà quello di assicurare, al maggior numero di candidati, di poter lavorare nella provincia scelta nell’elenco della domanda. Solo nel caso in cui in tale provincia i posti dovessero risultare tutti occupati da altri docenti che hanno scelto quella stessa provincia come prima, ma con un punteggio più alto, allora il candidato dovrà accettare la proposta di incarico per una scuola di un’altra provincia.

Rimangono due considerazioni da fare:

  • viene ridotto il rischio di essere sbalzati da docenti provenienti da altre province ma che vorrebbero tornare nella provincia di residenza;
  • nelle province del Sud il numero di posti disponibili è minore al numero dei candidati: obbligatoriamente in molti dovranno partire.