Quello della tanto temuta cancellazione dalle graduatorie ad esaurimento è stato, senz'altro, uno dei motivi per i quali molti precari hanno deciso di rinunciare alla presentazione della loro domanda di assunzione. Infatti, in caso di mancata accettazione della proposta di assunzione da parte del Miur, il docente precario si vedrebbe depennato dalla GaE in cui era inserito, fino a quest'anno, a pieno titolo.

La norma introdotta nel comma 102 dell'articolo 1 è stata duramente criticata dall'Anief: il sindacato ritiene, infatti, che il Miur stia interpretando questo contenuto legislativo in modo errato e controverso.

Vediamo di spiegare in maniera più esaustiva i due pareri discordanti.

Scuola, docenti precari depennati dalle GaE o dalle nuove graduatorie?

Nella legge è scritto chiaramente che i docenti, in caso di rifiuto della proposta di assunzione, non potranno più partecipare alla fasi successive del piano straordinario del Miur e verranno espunti definitivamente dalle 'rispettive graduatorie'.

Il punto focale della discussione è questo: di quali graduatorie sta parlando il legislatore? L'Anief sostiene che le graduatorie menzionate non rappresentino le GaE di provenienza degli insegnanti, bensì gli albi territoriali graduati che sono stati creati ad hoc per la procedura assunzionale straordinaria.

Assunzioni scuola: Anief 'Pronti alla battaglia in Tribunale'

L'Aniefafferma che i docenti hanno potuto presentare la loro domanda di assunzione alle fasi B e C proprio in virtù del loro inserimento nelle GaE e nelle graduatorie di merito: inviando la domanda, si viene inseriti nelle nuove graduatorie inerenti agli ambiti territoriali.

In caso di rifiuto, quindi, non sarà possibile essere assunti nell'anno scolastico 2015/6 e si verrà depennati da tutti gli albi territoriali, quindi dalle graduatorie che sono state redatte per l'occasione. Secondo l'Anief, dunque, nel comma 102 si fa riferimento a queste nuove graduatorie e non alle GaE. Il sindacato è pronto a dare battaglia in Tribunale per controbattere quella che viene considerata 'un'errata interpretazione del Ministero dell'Istruzione', difendendo la posizione di tutti quei docenti che hanno maturato i loro diritti dopo anni ed anni di sacrifici e di precariato. Da settembre, aspettiamoci, dunque, un'altra valanga di ricorsi.