Dal Ministero dell’Istruzione filtra soddisfazione per come è stato completato il percorso relativo alle domande da presentare per la partecipazione alle fasi B e C di assunzione nella Scuola. In effetti è stato scongiurato il rischio flop per il piano, rischio che man mano che passavano i giorni era sempre in agguato. La minaccia di boicottaggio da parte degli insegnanti per contestare molti punti del provvedimento, in parte è rientrata, anche se il 20% di docenti hanno preferito rinunciare alla domanda. Dal MIUR fanno sapere che a fronte delle 75mila domande attese, ne sono state ricevute 66mila.

Chiuso questo capitolo, adesso si deve passare alla fase successiva, le assunzioni vere e proprie da completare entro un anno cercando di evitare esodi di insegnanti da Sud a Nord e viceversa.

Come procedono le assunzioni?

Il piano di assunzioni, per il momento va via liscio, senza alcun intoppo visto che delle 103mila assunzioni previste, le 36mila iniziali, quelle del turn over per il ricambio generazionale, sono già state avviate. Adesso si tratta di proseguire con la fase del potenziamento, dell’aumento di organico che prevedeva l’immissione a ruolo di 55 mila insegnanti da prelevare dalle domande effettuate. Coloro che non hanno presentato domanda non faranno parte del bacino di insegnanti da cui verranno estrapolati i nominativi da immettere a ruolo.

Per chi invece verrà chiamato durante l’anno per le immissioni, non sarà possibile rifiutare la collocazione (ovunque essa sia )datagli poiché rifiutando oltre a perdere la possibilità di assunzione, saranno anche depennati dalle Graduatorie.

Perché qualcuno non ha presentato domanda?

La paura di venire trasferiti in una provincia lontana da quella di residenza, è stato uno dei fattori principali che hanno spinto il 20% dei precari della scuola a boicottare la domanda.

Infatti, il bando aveva il suo raggio di azione a carattere nazionale, in teoria, tutti gli insegnanti che presentavano domanda concorrevano per le assegnazioni di cattedre in tutta Italia. Dal Ministero su questo punto hanno più volte precisato che il piano è fatto in modo che l’assegnazione della cattedra sarà fatta in modo tale da consentire a ciascun assegnatario, di restare in una delle prime province indicate tra le 100 che i candidati dovevano segnalere in domanda.

I numeri dei posti vacanti previsti per ciascuna provincia però, lasciava molti dubbi al riguardo, soprattutto per la forte disparità di immissioni tra il nord ed il sud della penisola. Molti per non corere rischi hanno preferito non partecipare a questa ondata di assunzioni e restare delle Graduatorie ad Esaurimento, in attesa di supplenze immediate e delle future assunzioni definitive, se è vero che le GAE resterebbero attive fino al loro completo esaurimento. Molti tra i docenti posizionati in alto nelle GAE hanno optato per questo temporeggiare in attesa del concorso da 60mila da bandire nel 2016 di cui tanto si parla, anche se di certezze non ce ne sono ancora.