Le insegnanti della Scuola dell'infanzia sono la categoria maggiormente penalizzata dalla nuova legge scuola. Le contestazioni della categoria vertono su alcuni punti quali la cancellazione della prima fascia delle graduatorie d’istituto, l’assunzione degli idonei dell’ultimo concorso a cattedra solo dal 2016, l’obbligo di assunzione su sostegno senza possibilità di optare per l’insegnamento curricolare per chi è inserito nei relativi elenchi oltre il blocco dei contratti a tempo determinato dopo 36 mesi di lavoro da precari su posto vacante, per cui viene negata la stabilizzazione.
Senza dimenticare tutte le altre storture della legge 107, è su quest'ultimo punto che si sta aprendo una situazione drammatica, come riportano le cronache provenienti da Roma.
Il fatto
Il comune di Roma lo scorso 14 agosto ha deliberato dei bandi per dare luogo alle supplenze negli asili comunali, estromettendo di fatto, come fa notare l'USB che appoggia la manifestazione di protesta da loro annunciata per il 24 agosto al Campidoglio, ben 5000 insegnanti della scuola dell'infanzia. L'assessore all'Istruzione Marco Rossi Doria si recherà sul posto per cercare una soluzione ad un problema che riguarda tante persone; ma nei fatti, per quelle insegnanti che hanno cumulato 36 mesi di servizio anche non continuativo, questo è un licenziamento.
Nella legge il divieto per le scuole statali decorre dal 2016 mentre nelle scuole pubbliche tale specifica non vale. Il problema è ancora più grosso nella capitale perché le graduatorie non vengono aggiornate da ben 12 anni. Questo triste disguido conferma come nella Buona Scuola la questione di legittimità rimanga sospesa.
La testimonianza
Una dimenticanza grave, praticamente fatale per Cinzia, una insegnante che lavora da oltre 11 anni come precaria, costretta all'inattività forzata per quest'anno e con due bambini a carico. Al Fatto Quotidiano spiega che conosce una collega di 56 anni che lavora dal 1999, mentre altre colleghe del Piemonte che conosce verranno a Roma a prendere i posti lasciati liberi da quella che appare solo come una grossolana svista.
A nulla è valso essere in graduatoria dal 1997, commenta affranta la docente. E' bastata una legge incostituzionale ed ora per lei si aprono solo le porte della Naspi. E oltre a tutto non si sa ancora quante supplenze saranno disponibili nella scuola pubblica.
Solita burocrazia
Che la situazione potesse precipitare non era certo un fatto sconosciuto ai comuni che avevano protestato per questa dimenticanza. Basti citare il fatto che lo scorso mese di Luglio era stato Piero Fassino, presidente dell'Anci , a scrivere al ministro della Pubblica Amministrazione Madia onde ottenere l'emanazione di un atto ministeriale che disciplinasse alcuni aspetti procedurali con urgenza. Questo per consentire un avvio già a settembre e poter garantire l'attività lavorativa.
Ma dal ministero non è giunta nessuna risposta e questa circostanza ha costretto i comuni ad emanare i bandi che estromettono i precari storici dalla possibilità di prestare servizio negli asili comunali.