Il 12 agosto scorso, come sappiamo, attraverso una nota ministeriale, lo stesso Miur apriva un leggero spiraglio verso la sorte di migliaia di lavoratori precari della Scuola. Come ricordiamo, infatti, alle proteste dei sindacati e dei molti insegnanti circa il cosiddetto "esodo di massa", sono seguite le interpretazioni governative circa il temuto trasferimento forzoso degli stessi docenti.

Insomma, quasi per calmare gli animi del popolo dei precari, infuriati per il loro trattamento riservato, il Ministero, attraverso la citata nota, porgeva la mano, quasi a voler chiedere scusa per il procurato allarme e lo scalpore creato in questo caldo mese di agosto.

L'Esito della precisazione ministeriale diceva, in sintesi: "State tranquilli, per un anno non succederà nulla, sarà possibile continuare a svolgere nella propria Provincia il proprio incarico in ruolo, anche se su cattedra di fatto. Successivamente, dal prossimo anno scolastico 2016/2017, visto che sarà attivato un Piano straordinario di mobilità, potreste continuare a svolgere tale incarico vicino casa".

Questo, brevemente, è il riassunto dei fatti finora accaduti.

Ci si interroga sul numero degli aspiranti professori per le nomine fino al 30 giugno

Ma a guardare bene come stanno realmente i fatti ci si accorge che qualcosa proprio non va: si viene a sapere che, la notizia è di stamattina 24 agosto 2015, secondo fonti di informazioni molto vicine a settori lavorativi del Miur, la crono storia finora raccontata non riguarderà proprio tutti gli insegnanti. Che vuol dire? Le condizioni indispensabili per rimanere ad insegnare nella propria Provincia sono insite nell'accettazione di un incarico annuale che - ricordiamolo - si dovrà verificare entro e non oltre l'8 settembre di questo anno. Ma secondo il Miur il numero dei professori a cui saranno proposti gli incarichi di supplenza, fino al termine delle attività didattiche (30 giugno), sarà bassissimo.

In queste ore, infatti, persino il Governo spera che il numero di questi insegnanti si mantenga tale. 

Alcuni docenti già sono sul piede di guerra. Si sentono presi in giro e dalle pagine del suo profilo Facebook, l'On. Davide Faraone tenta di calmare gli animi dei tanti utenti/insegnanti esasperati, i quali chiedono insistentemente notizie certe sul loro futuro. Insomma, questa Riforma, secondo molti professionisti della formazione viene continuamente modificata e sovvertita, proprio perché condizionata dalle molte "deleghe" presenti all'interno della Legge 107/2015. Esse non garantiscono nulla di certo, anzi, contribuiscono ad accrescere il caos e l'approssimazione di una legge contestata sin dal primo momento da tutto il popolo della scuola.