La riduzione dei requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione: è questa la proposta, senza se e senza ma, della Cgil guidata dal segretario generale Susanna Camusso. "Andare in pensione prima ma decurtando l'assegno - ha detto la leader del sindacato rosso contestando le ipotesi del governo sulla flessibilità in uscita con penalità - significa non sapere di che redditi si dispone in Italia e quali Pensioni - ha aggiunto - si preparano per il futuro".

Camusso: ridurre età pensionabile ma senza penalizzazioni

L'età pensionabile prevista dalla legge Fornero è salita praticamente a 67 anni, requisiti inaccettabili, secondo la Cgil, per alcuni tipi di lavoro più pesante come nei trasporti, nell'edilizia, nell'agricoltura.

Per questo è necessario introdurre nuovi "meccanismi di flessibilità - ha detto Susanna Camusso in un'intervista pubblicata ieri sul Corsera - che però non penalizzi i trattamenti pensionistici". Per quanto riguarda le coperture finanziarie la leader della Cgil propone di potenziare la lotta all'evasione fiscale per recuperare le risorse e suggerisce di incentivare l'utilizzo della "moneta elettronica". Inoltre si domanda se è davvero necessario eliminare le tasse sulla casa per tutti, come ha promesso il presidente del Consiglio e leader del Pd Matteo Renzi.

Scelta Civica: la Cgil sogna baby pensionati per tessere Cgil?

Continua a dire no alle modifiche alla legge Fornero Scelta Civica che tramite il parlamentare Gianfranco Librandi critica la proposta rilanciata dal segretario generale della Cgil ieri sul Corriere della Sera parlando di "solito atteggiamento conservatore".

Diametralmente opposte a quelle del sindacato rosso le posizioni del partito fondato dall'ex premier Mario Monti. Secondo Librandi i "conservatori della Cgil sognano ancora - ha detto - un mondo di baby pensionati da tesserare". Mentre sul sistema previdenziale "la sfida dei prossimi anni e decenni", secondo il parlamentare di Sc, non è quella di abbassare l'età pensionabile, ma "creare gli incentivi anche fiscali - ha spiegato Librandi - perché i lavoratori più anziani nei settori più usuranti vengano destinati dalle aziende a mansioni meno faticose".

A contestare la proposta della Camusso anche l'economista Giuliano Cazzola, esperto di sistemi previdenziali. "Nell'attuale contesto di finanza pubblica - ha detto a Labitalia - chi ce lo fa fare di manomettere la riforma pensioni del 2011?".